Baraonda al cimitero di Mortara, salta il funerale di Christian Ikogwe: famigliari e amici vogliono aprire la bara per vedere il corpo
MORTARA – Momenti di grande tensione al cimitero urbano. Da una parte famigliari e amici di Christian Ikogwe, dall’altra i carabinieri che cercavano di mantenere la calma senza cadere nelle provocazioni. E’ successo nel pomeriggio di lunedì scorso, 8 maggio. Impossibile non accorgersene: nel piazzale del cimitero c’erano ben cinque macchine dell’Arma.
Proprio lunedì scorso era in programma la sepoltura del feretro di Ikogwe, ma parenti e amici del defunto avevano la pretesa di aprire la bara. Forse per vedere per l’ultima volta il loro congiunto o forse per vedere se all’interno c’era effettivamente il corpo senza vita dell’Ikogwe. Quale che fosse il motivo poco importa, era (ed è) impossibile aprire la bara senza l’autorizzazione del magistrato. E’ a questo punto che si sarebbe scatenata la baraonda e gli animi si sarebbero surriscaldati. I gestori del cimitero hanno dovuto segnalare il fatto e sul posto sono arrivati i carabinieri per cercare di riportare la calma.
Christian Ikogwe era morto lo scorso 3 marzo al policlinico di Pavia, in seguito alle ferite riportate nella violenta colluttazione che il 25enne nigeriano aveva avuto con Antonio Canale nella serata del 2 marzo. I fatti si erano svolti presso la cascina Montericco, tra Mortara e Olevano.
Fino a lunedì scorso il corpo di Christian Ikogwe era conservato presso l’istituto di Medicina legale di Pavia. Proprio nel capoluogo si sarebbero presentati i congiunti del 25enne per chiedere di poter vedere il corpo del giovane nigeriano senza mai ottenere il permesso. Lunedì scorso ci hanno riprovato ottenendo una mezza vittoria: l’inumazione non si è svolta e il feretro è stato messo in una ulteriore cassa zincata e conservato all’interno dell’area cimiteriale. E ora che succede? La famiglia di Christian Ikogwe (nella foto) è assistita da due legali, uno di Macerata e uno di Bologna, e attende una risposta dal magistrato. Resta da capire quale sarà la tempistica del tribunale di Pavia, di certo il caldo di questi giorni complica le cose per ovvi motivi.
“Ringrazio i carabinieri e il comandante della stazione di Mortara Carmine Esposito per essere intervenuti tempestivamente e per aver evitato che la situazione degenerasse. – commenta il sindaco Ettore Gerosa – Di certo non possiamo far finta che non sia successo nulla. Sappiamo benissimo che ci sono delle regole ben precise e queste regole valgono per tutti: è nostra intenzione farle rispettare. Stiamo seguendo la situazione anche grazie agli uffici comunali e non esiteremo ad intervenire per chiedere il rispetto dei regolamenti di polizia mortuaria qualora fosse necessario”.
La città aveva già fatto i conti con una manifestazione chiassosa messa in scena da amici e parenti di Christian Ikogwe a poche ore dal delitto. Domenica 5 marzo era stato promosso un sit-in davanti alla stazione per chiedere giustizia. Tra i presenti anche la sorella Justina. Un grande manifesto affisso di fianco all’accesso ai binari della stazione recitava: “Il Figlio della mia Padrona di Casa ha Ucciso Mio Fratello”. E molti altri cartelli esibiti dai manifestanti riportavano la scritta “Justice for Christian” e “Giustizia per Chirstian”.
Alcuni manifestanti poi si sono diretti verso la piazza del municipio, tentando di inscenare un nuovo presidio, quasi bloccando lo scarso traffico domenicale, in corso Garibaldi. La sorella è residente ad Alessandria e secondo la documentazione esibita non è in grado di sostenere le spese del funerale. Per questo motivo è il Comune di Mortara, perché Ikogwe era residente in città, a farsi carico del “funerale di povertà”.