CASSOLNOVO - Ha avuto modo di acquisire una vasta esperienza militando tra i professionisti. Imparando l’importanza di mettersi sempre in discussione e a disposizione della squadra. Ora è il leader indiscusso della retroguardia della Cassolese. Adriano De Giuli, volto noto del calcio del nostro territorio, si racconta a #Focus11. Quanto è cambiata la tua vita lavorativa a partire dal momento in cui è iniziata l’emergenza Covid?“Non molto in realtà. Sono un impiegato in un’officina meccanica con sede a Vigevano. Durante il primo lockdown siamo rimasti chiusi ma dallo scorso giugno in avanti di fatto ho sempre lavorato senza alcun problema”.Smart working: una nuova opportunità con la quale molti si sono trovati costretti a convivere, ma che potrà continuare a sussistere in molti settori professionali?“Io non ho avuto modo di poter sperimentare questa nuova tipologia di lavorare. Ritengo però che le grandi realtà imprenditoriali, nonché le aziende di un certo livello, utilizzeranno lo smartworking anche quando finirà l’emergenza sanitaria”.A livello calcistico hai avuto modo di conoscere varie realtà: quali squadre pensi abbiano contributo maggiormente ad accelerare la tua crescita individuale?“Ho fatto parte delle giovanili del Torino, del Novara e della Valenzana. In seguito, sono arrivato al Casale Monferrato, che rimane una squadra molto seguita. Ne ho fatto parte per un anno e mezzo e con questa maglia, ho vinto anche un campionato di rappresentative. Un’emozione unica che porterò sempre con me”Ora fai parte della Cassolese: cosa significa essere il capitano di questa società?“Sono qui da tre anni e durante questo arco di tempo ho capito che tutti i membri di questa compagine sono delle persone molto competenti e preparate. Oltre ad essere molto aperte umanamente parlando. E’ davvero un bellissimo gruppo e mi sento onorato in primis di farne parte. In secundis di indossare la fascia da capitano. Significa che il presidente, il mister ma anche i miei compagni, ripongono grande fiducia in me”.Come hai preso la notizia che il calcio del nostro territorio resterà fermo almeno fino al termine della prossima estate?“Onestamente non bene. E’ da più di un anno che siamo fermi ed è ovvio che ci manca vivere le emozioni da spogliatoio. Inoltre erano arrivati dei nuovi giocatori davvero forti e sicuramente avremmo disputato un buonissimo campionato. Speriamo che si possa ripartire al più presto. Nel frattempo, ci impegniamo a svolgere nei limiti del possibile, il programma atletico individuale preparato dal nostro mister”.Il calcio dilettantistico riuscirà a superare questo momento di estrema difficoltà?“Sarà dura ma penso proprio di sì. Occorrerà pero dare più certezze alle varie società”.Edoardo Vare