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VIGEVANO – Un risultato scontato come pochi e di fatto una parte di Forza Italia ha sfiduciato Forza Italia. Andando per ordine: la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione per far cadere la giunta Ceffa e portare Vigevano alle elezioni anticipate non è passata. Nel corso del consiglio comunale del 17 dicembre si assiste a un pareggio: 12 voti favorevoli e 12 contrari. Per essere approvata, la mozione avrebbe dovuto ricevere la maggioranza assoluta, quindi almeno 13 voti favorevoli. Tra questi però c’erano i voti dei tre consiglieri della Forza Italia che siede tra i banchi dell’opposizione: i forzisti Onori, Garifullina e Squillaci. E proprio Squillaci, con un lungo intervento durante il quale ha ribadito puntato l’indice contro “l’immobilismo in cui verte Vigevano da due anni”. La situazione di Ceffa – ha aggiunto – ha messo in difficoltà la nostra città e la sua vita politica e amministrativa. Esprimo voto favorevole nell’interesse di tutti”. Una Forza Italia che oltre ad aver remato contro la Lega, ha di fatto sfiduciato la parte del partito forzista che attualmente è al governo della città ducale: il “sindaco pro tempore” Marzia Segù era infatti stata chiamata in giunta proprio grazie alla sua adesione a FI. Non più tardi di lunedì 16 dicembre, Jacopo Vignati, segretario provinciale della Lega, aveva inviato una lettera al centrodestra per chiedere “ una riflessione responsabile e coerente con i valori che da sempre contraddistinguono la nostra coalizione. Il garantismo è un principio cardine non solo del nostro sistema democratico, ma anche della tradizione politica di Forza Italia, che si è sempre battuta contro i giudizi sommari, sostenendo il rispetto dei tempi e delle dinamiche della giustizia. Sfiduciare il Sindaco – che si trova attualmente agli arresti domiciliari ma non è stato condannato – significherebbe violare questo principio fondamentale e mettere a rischio la stabilità amministrativa di Vigevano in un momento già critico per la città. È essenziale che vengano rispettate le garanzie processuali e che la politica non si sostituisca alla magistratura nel giudicare”. E anche i vertici provinciali degli azzurri avevano invitato i tre “ribelli” a respingere la sfiducia a Ceffa (attualmente sospeso dall’incarico) in nome di quel garantismo che ha sempre contraddistinto gli azzurri.

Durante la seduta intanto è stata sostituita temporaneamente la consigliera Roberta Giacometti: al suo posto è entrato in consiglio, tra gli scranni della maggioranza, Paolo Ariano.

E adesso? La prossima settimana il bilancio: lunedì 23 altra conta in aula. Questa volta il pareggio non basterà: il bilancio va approvato a maggioranza. Se così non fosse, si andrebbe verso lo scioglimento del consiglio e le nuove elezioni.