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PARONA – Dati confortanti. La terza linea del termovalorizzatore di Parona, in funzione da sedici mesi, ha ormai abbattuto le emissioni nell’area. Si tratta di un’analisi comunque provvisoria, che potrebbe oscillare nel tempo. Tempi lunghi, invece, per la combustione dei fanghi nell’impianto, che slitta ancora. SI parla, addirittura, di altri due anni di attesa. 
Sabato 9 novembre si è insediata la Commissione comunale di controllo del termoutilizzatore di Parona. Una riunione presieduta dal sindaco Massimo Bovo e partecipata dall’assessore Marco Lorena e dai rappresentanti dei cittadini e delle associazioni. Gran parte dei membri, compresi i tecnici di settore (gli ingegneri Roberto Marin e Matteo Giavazzi), già erano parte del precedente organico. Il direttore dell’impianto, Paolo Angeloni, ha informato i membri circa il suo prossimo pensionamento. Così Renato Soffritti, consigliere comunale di minoranza. “La Commissione ha il compito di vigilare sulla gestione dell’impianto e, in questo contesto, mi preme sottolineare i miglioramenti in termini di sicurezza e trasparenza sotto la guida di Angeloni, sempre rigoroso nel garantire dati e sicurezza. Con il suo prossimo pensionamento, se ne va una figura che ha saputo guidare l’impianto con competenza, mantenendo un alto livello di comunicazione e affidabilità, e che ha contribuito in modo significativo a migliorare gli standard operativi. Nonostante ciò, il mio scetticismo riguardo all’impatto sostenibile degli inceneritori rimane. Come Paese, abbiamo accumulato un certo ritardo rispetto agli Stati Uniti nello sviluppo di politiche alternative, il che ha facilitato l’importazione di impianti che, a mio avviso, sono inaccettabili per chi ha a cuore l’ambiente. Non è mancata la polemica: un rappresentante di alcune associazioni mi ha criticato per aver difeso le emissioni dell’inceneritore, osservando che, pur utilizzando l’ammoniaca come reagente per ridurre le emissioni, il problema persiste perché altre fonti, come la fonderia locale, producono ammoniaca durante il processo di fusione, la quale diventa un precursore del particolato. Una critica che ho trovato fuori luogo, soprattutto considerando che la mia priorità è sempre stata quella di sensibilizzare, non politicizzare, il tema ambientale”.
Di fatto, l’analisi dei rapporti di sintesi di gestione e dello stato di avanzamento delle attività relativi all’ultimo semestre ha evidenziato dei risultati eccezionalmente positivi in termini di abbattimento delle emissioni nella nuova linea 3, ormai in servizio da luglio 2023. Lomellina Energia, gestore, ha tuttavia precisato che le straordinariamente basse emissioni residue evidenziate nei report, con particolare riferimento all’ultimo trimestre, sono da considerare come provvisorie e frutto di test e verifiche di limiti massimi di prestazioni delle apparecchiature. Ci si aspetta che tali risultati saranno difficilmente ripetibili in futuro, nonostante ci si aspetti comunque emissioni della nuova linea 3 abbondantemente inferiori ai limiti legislativi imposti, e soprattutto molto inferiori a quanto emetteva la vecchia linea 1, ormai dismessa. La linea 3 sarà da considerarsi ufficialmente «messa a regime» solo a partire dal prossimo 3 gennaio. Tutti i lavori di ammodernamento della linea 2 sono invece stati completati, con l’inserimento del nuovo reattore Scr per l’abbattimento degli ossidi di azoto, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale e recentemente installato, per diminuire drasticamente le emissioni degli stessi NOx della linea seconda, rendendola performante come la nuova linea. Ad ottobre l’impianto è stato anche oggetto di visita ispettiva da parte di Arpa. I risultati saranno presentata alla commissione durante la prossima seduta, prevista per il 25 gennaio 2025. Ad inizio anno sarà anche disponibile il “bilancio di sostenibilità” dell’impianto, dal quale si potrà desumere il “carbon footprint (la misura di emissione dei gas serra) del medesimo, richiesto dalla Commissione.
Da un punto di vista produttivo, il conferimento di rifiuti ha visto crescere i quantitativi di rifiuti in ingresso all’impianto, arrivati a 290mila tonnellate complessive nel 2024 (l’aggiornamento risale a settembre), con un aumento percentuale di rifiuto urbano. Ancora rimandato invece la fine del progetto «fanghi», per il quale sono state terminate le opere civili, ma non ancora approvvigionate le apparecchiature di essiccazione. Ad oggi le previsioni di messa in esercizio parlano di fine 2026. La recente autorizzazione integrata ambientale (Aia) ha introdotto una proroga di sei mesi per completare gli aggiornamenti tecnici. “Preoccupa – sottolinea Soffritti – l’aumento del rifiuto solido urbano (Rsu) dalle province limitrofe, un segnale non positivo per la sostenibilità”.
La Commissione monitora anche la gestione dei rilevamenti radioattivi, generalmente provenienti da materiali medici. “Vi è un caso specifico ancora in fase di valutazione per capire se confere in un centro specializzato. Diversamente da altre strutture che gestiscono tali materiali sul nostro territorio, l’inceneritore di Parona ha sempre trovato il modo di risolvere anche questo tipo di problemi. Saranno presentate anche le migliorie sui report avanzate oggi in Commissione, contribuendo a una maggiore trasparenza e responsabilità nell’informazione. Va sottolineato che tutti i report forniti dall’inceneritore, compresi quelli relativi alle emissioni e agli altri parametri monitorati, non hanno evidenziato criticità”.  

d.m.