Il piatto piange, un mortarese su cinque non paga la Tari: nei conti del 2020 mancano all’appello più di 300mila euro
“Pagare la tassa rifiuti? Mi… rifiuto!”. È la frase immaginaria che potrebbero aver pronunciato i numerosi “paga no” con cui è alle prese il Comune. Infatti i mancati pagamenti relativi alla Tari del 2020 ammontano a 316mila euro. La “missione” è quindi quella di recurare il recuperabile. Così lo scorso 8 settembre il municipio ha reso noto l’importo relativo all’accertamento dei crediti Tari relativi al 2020. In cassa mancano appunto 316mila euro. Una somma che comprende anche sanzioni ed interessi. Nei prossimi giorni partiranno gli avvisi di accertamento ai mortaresi che si sono “dimenticati” di versare la tassa rifiuti nel 2020. L’evasione dalla tassi rifiuti si aggira attorno al 12 per cento del totale. Infatti il municipio, ogni anno, mette a bilancio entrate per circa 2 milioni e 500mila euro. In ogni caso i 316mila euro “mancanti” sono sempre inseriti nel fondo crediti di dubbia esigibilità.
“Ricordo che per legge i costi del servizio rifiuti – commenta l’assessore alle Finanze Renato Ferraris (nella foto) - devono essere coperti dalla riscossione della relativa tassa. Nessuna amministrazione comunale può quindi, come si suol dire, fare cassa con questa imposta. Non c’è margine per ridurre l’imposta se non diminuiscono gli abbandoni selvaggi. Inoltre il tasso di evasione è tendenzialmente in linea con l’andamento degli anni scorsi e si attesta su percentuali ampiamente inferiori rispetto a quanto accade con le sanzioni per la violazione del codice della strada. In questo campo la riscossione è decisamente più problematica e difficile”.
Il 15 luglio è scaduto il termine per il pagamento della prima rata Tari, mentre la seconda rata dovrà essere versata entro il 15 novembre. Quella di quest’anno sarà inoltre una Tari dal conto più salato. Infatti lo scorso 3 aprile il Consiglio comunale, con voto a maggioranza, ha deliberato la “stangatina” della Tari con un aumento complessivo del 5 per cento rispetto alle tariffe dell’anno precedente.
“L’aumento del 5 per cento – spiega l’assessore al Bilancio Renato Ferraris - è stato spalmato per il 60 per cento sulle utenze non domestiche e per il restante 40 per cento su quelle domestiche. Una scelta compiuta per tutelare le famiglie”.
A pagare di più sono soprattutto banche e istituti di credito. Anche se il rincaro coinvolge pure l’ospedale e le attività commerciali.
Luca Degrandi