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MORTARA - Il commercio ambulante su aree pubbliche è in crisi. Si arrende anche la fiera della Santa Croce che non verrà calendarizzata per il 2024. Il verdetto è stato sancito lunedì scorso, 18 dicembre, durante il Consiglio comunale. Approvata dalla maggioranza la riorganizzazione delle aree mercatali cittadine. Un provvedimento accompagnato da una lunga e dettagliata relazione dell’assessore al Commercio Laura Gardella (nella foto). Che ha dovuto constatare il fallimento del mercato di maggio. “La fiera di Santa Croce – spiega l’assessore Laura Gardella - conosce una crisi che sembra irreversibile, con una partecipazione nel 2022 di soli cinque operatori. Considerando l’andamento negativo la fiera è destinata ad estinguersi per mancanza di partecipanti nonostante fosse stata estesa alla domenica antecedente alla festa patronale. Per queste ragioni, con il parere favorevole della commissione consultiva commercio aree pubbliche, non se ne prevede la calendarizzazione come fiera riservata agli operatori commerciali su area pubblica, consentendo l’organizzazione nelle stesse date di iniziative al pubblico con somministrazione di alimenti e bevande”. La sensazione è che i mercati di piazza siano come appesi a un filo. Le imprese del commercio su aree pubbliche sono passate da oltre 176mila a poco più di 162mila in soli due anni, dal 2020 al 2022. Ad erodere il settore del commercio ambulante non c’è solo la grande distribuzione. Anche l’e-commerce e il mondo del web, gli acquisti online, hanno ormai trasformato le abitudini degli acquirenti. È una battaglia combattuta ad armi impari. Niente va a vantaggio dei commercianti e l’accesso al mondo del credito è sempre più difficile per i piccoli imprenditori. La situazione del mercato di Mortara è radicalmente cambiata nel giro di pochi anni. “Abbiamo monitorato la situazione dagli ultimi anni – spiega Laura Gardella – ad esempio in piazza Martiri della libertà c’è stata la cessazione di un solo ambulante, ma gli operatori nell’arco del tempo avevano più volte lamentato la marginalità della loro collocazione rispetto alle aree centrali del mercato. Piazza Teresio Olivelli è stata interessata da un numero particolarmente consistente di cessazioni di attività, infatti solo cinque stalli sui dodici originari erano occupati. Piazza Monsignor Dughera ha anch’essa registrato un’importante contrazione dei partecipanti passati da dodici a sette, rivelandosi quindi in sofferenza. Inoltre anche questa piazza era percepita dagli operatori come defilata rispetto alle altre aree e nascosta dagli edifici appartenenti al complesso della chiesa di San Lorenzo. Il mancato utilizzo di piazza Olivelli per il mercato la rende ora fruibile anche al venerdì come parcheggio a pagamento, particolarmente comodo per l’accesso pedonale a piazza Silvabella che dista solo un centinaio di metri. In piazza Silvabella si sono registrate meno cessazioni, con solo tre posti vacanti, ma la riqualificazione della piazza ha parzialmente ridotto l’area pubblica utilizzabile. Infine piazza Trieste. Nonostante il settore alimentare resta quello trainante, è stato comunque registrata una contrazione importante con un’incidenza di almeno il 35 per cento. La progressiva contrazione dei posti ha reso il mercato troppo disperso su cinque piazze e con una presenza a macchia di leopardo”.