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Torna la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Santa Venerenda. 
Da sabato 4 maggio la Messa feriale delle 9, per tutti i sabati della stagione estiva, non sarà celebrata nella basilica di San Lorenzo, ma nella piccola chiesa cara ai mortaresi. 
Le celebrazioni nella chiesa di San Carlo Borromeo, questo il nome esatto della seicentesca chiesa, erano riprese nello scorso mese di novembre proprio in occasione della memoria liturgica di Santa Veneranda. 
I recenti lavori di restauro hanno conferito dignità all’edificio sacro che ospita i resti mortali di Santa Veneranda. 
Resta da completare il recupero dell’aspetto decorativo degli stucchi ed è possibile prevedere il restauro degli affreschi comparsi nella cappella di Sant’Anna. 
Poi, per completare il restauro, ci sarebbe l’intervento sulla volta della chiesa. Ma servono soldi. 
Parecchi soldi, una cifra stimata, negli scorsi mesi su queste pagine, attorno agli 85mila euro.
Riportare i fedeli a Santa Veneranda potrebbe riaccendere l’attenzione, l’affetto e la generosità dei mortaresi proprio per la chiesa che ospita le reliquie della “santina”. 
Si tratta di custodire e tramandare un ricco patrimonio di fede e arte: una responsabilità che non può gravare solamente sulle spalle della parrocchia, ma deve essere l’intera città a farsene carico. 
La chiesa dedicata a San Carlo Borromeo è un grande centro di devozione dal 1633, anno in cui la comunità di Mortara volle sciogliere il voto per la fine della terribile pestilenza costruendo una chiesa proprio sul pozzo da cui bevve il santo arcivescovo di Milano la visita pastorale in città. 
Grazie a don Marco Torti (nella foto), parroco delle parrocchie mortaresi, la chiesa di Santa Veneranda torna a riaccendersi non solo come centro di devozione privata, ma come luogo in cui la comunità dei credenti si riunisce attorno all’altare per la celebrazione dell’eucarestia.