MORTARA - “La salute dei nostri anziani viene prima di tutto, anche dei bilanci”. Franco Varini (nella foto), responsabile degli Enti locali di Forza Italia, punta il dito contro l’arrivo al Cortellona dei pazienti in via di guarigione dal Coronavirus. “L’attuale Rsa nacque come ricovero di mendicità grazie al lascito di Alceste Cortellona che voleva assicurare un tetto ai mortaresi che vivevano di stenti – ricorda Varini – e la sua funzione è sempre stata di pubblica utilità. Basti ricordare che, ancora oggi, i membri del Consiglio di amministrazione vengono indicati dal sindaco. E allora perché invece di ospitare gli anziani mortaresi in lista di attesa, aprono le porte ai malati di Cronavirus in via di guarigione? Forse perché in questo modo la Rsa incassa di più rispetto agli ospiti normali?”. Al 27 gennaio scorso, ultimo aggiornamento disponibile pubblicato sul sito internet di Ats Pavia, la Rsa mortarese non aveva posti disponibili e si trovava con una lista di attesa di 31 persone. Gli ospiti pagano una retta giornaliera che va da un minimo di 43 euro fino ad un massimo di 60 euro e 50 centesimi. I pazienti Covid-19, che Ats manda al Cortellona, porterebbero nelle casse della Rsa una cifra attorno al 130 euro al giorno. Più del doppio di un paziente “normale”. “Questa scelta francamente non è condivisibile. – aggiunge l’esponente di Forza Italia – Quando c’è di mezzo la salute delle persone l’ultima cosa da guardare sono i bilanci: in questo caso mi sembra che si stia facendo l’esatto contrario, con l’aggravante di chiudere le porte ai mortaresi, e di conseguenza alle loro famiglie, che restano parcheggiati in lista d’attesa”. Insomma, da “prima gli italiani” a “prima i mortaresi”: uno slogan che a molti dovrebbe suonare famiglia