Regionali, Grossi fa meglio della Moratti: questo esito non abbatte il progetto liberale
Un risultato in chiaroscuro. Se da un lato Matteo Grossi può dirsi soddisfatto per il suo risultato personale, dall’altro non può esserlo per una lista (e una coalizione) che non ha sfondato. Il sindaco di Sant’Angelo, candidato nella lista Letizia Moratti Presidente, ha raccolto 569 preferenze a livello provinciale, risultando il primo dei quattro candidati. Ma la lista non ha sfondato e si è fermata al 4,57%. Peggio è andata al “terzo polo”: il cartello elettorale formato da Azione e Italia Viva si è arreso al 3,70% nel collegio pavese.
“Personalmente mi ritengo soddisfatto. – esordisce Grossi – Mi ero prefissato l’obiettivo di raggiungere 500 preferenze cercando di uscire dal mio territorio e dalla Lomellina. E i voti sono arrivati. Diversa è però la valutazione sulla lista: in due mesi di campagna elettorale non siamo riusciti a raccogliere di più, nonostante il grande impegno della Moratti e la sua presenza nel territorio. E’ evidente che gli elettori hanno preferito continuare con il centrodestra e questa volontà va rispettata”. La lista Moratti puntava molto su infrastrutture e sanità, ma i lombardi hanno rinnovato la loro fiducia a Fontana. Le elezioni regionali, però, arrivano ad una manciata di mesi dalle politiche e sono una tappa intermedia che porterà la politica a ripresentarsi agli elettori per le elezioni europee. Consultazioni che si terranno nel 2024. C’è un anno di tempo in cui il “cantiere liberale” può lavorare per creare questa nuova casa politica. E proprio Grossi non ha mai fatto mistero di guardare con molta attenzione a questa nuova realtà politica, anzi ha già un piede dentro la porta. Membro della Fondazione Einaudi (e il riferimento liberale è evidente), Matteo Grossi ha partecipato alla costituente libdem a Milano nello scorso mese di gennaio. “Lavoriamo ad un polo liberale, di centro, alternativo al bipolarismo. – aggiunge a freddo Matteo Grossi – L’esperienza politica con Letizia Moratti ci accompagna verso questa nuova realtà. Guardiamo ad una nuova esperienza politica che possa accogliere liberali, riformisti e moderati di centro. Guardiamo ad un nuovo movimento politico che sappia dialogare con le altre forze politiche escludendo però i populismi presenti sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Questa è la sfida che ci attende: una sfida fatta di idee, coraggio e concretezza. Un nuovo centro liberale, in grado di riavvicinare alla buona politica quanti ormai, e sono troppi, disertano abitualmente le urne”.