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MORTARA - Terremoto nella maggioranza: tre consiglieri lasciano ViviAmo Mortara e costituiscono il gruppo misto. I tre fuggitivi sono Riccardo Bertin, Federica Rufo e Annalisa Zenone. Le loro intenzioni sarebbero quelle di rimanere nell’alveo della maggioranza. Già, ma come? Nella mattinata di ieri, l’ormai ex capogruppo di ViviAmo Mortara Federica Rufo ha incontrato il sindaco Ettore Gerosa non per un confronto, ma per comunicare una decisione ormai presa. Di lì a poco il documento che sanciva la rottura della maggioranza avrebbe avuto i crismi dell’ufficialità con i timbri del protocollo. E la notizia, inevitabilmente, ha iniziato a girare per il palazzo fino ad uscire dai confini di piazza Martiri della Libertà. Nel faccia a faccia con il sindaco, l’ex capogruppo di ViviAmo Mortara avrebbe ribadito il sostegno al sindaco stesso oltre alla volontà di restare in maggioranza. Come? Difficile a dirsi, visto che i tre erano irrintracciabili telefonicamente nel pomeriggio di ieri. Una mancata risposta che equivale ad un più garbato «no comment».
Nella comunicazione protocollata i tre avrebbero specificato a chiare lettere la volontà di restare tra le fila della maggioranza oltre che nominare il capogruppo del nascente gruppo misto. A guidare i tre «ribelli» sarà la stessa Federica Rufo e sarà la Rufo che nel prossimo Consiglio comunale motiverà la scelta di creare un terremoto in maggioranza. I tre fuggitivi hanno lasciato da solo Ezio Gè che, a questo punto, diventa automaticamente capogruppo di ViviAmo Mortara. Gè era subentrato a Michele Mazzitello quando quest’ultimo ha preso il posto in Giunta di Andrea Olivelli. Bocche cucite non solo da parte dei tre consiglieri ex ViviAmo, ma anche il sindaco e il consigliere comunale Ezio Gè scelgono il basso profilo. Certo la fuga potrebbe portare ad una crisi di maggioranza: con il passaggio di tre consiglieri in opposizione, la maggioranza rischierebbe di andare sotto. Certo serve il coraggio per andare in Consiglio comunale a motivare un voto contrario che andrebbe di fatto a tradire la volontà degli elettori.