CILAVEGNA – Per un po’ di tempo bisognerà abituarsi al silenzio. Le campagne di Cilavegna sono celebri per i loro rintocchi potenti, stentorei, anche oggetto di polemiche negli scorsi anni per chi almeno di domenica voleva dormire. Da oggi, 28 settembre, dal campanile della chiesa parrocchiale non si sentiranno rintocchi per qualche mese. Sono finalmente partiti i lavori di restauro degli strumenti, attesi e finanziati dalla parrocchia con varie raccolte fondi. “I fedeli – sono le parole del parroco, don Giampaolo Villaraggia – offrono individualmente, mentre la festa del Fungo Chiodino che si farà a ottobre ha destinato il guadagno al cantiere campane. Il restauro consiste nella messa in sicurezza e nuova incastellatura. Abbiamo scelto la ditta Trebino, genovese. Non so quando termineranno i lavori, né quantificare una cifra. Aspettiamo il conto… Riguardo al campanile silenzioso, i fedeli lo sanno bene, e si adatteranno”. Anche la Pro loco, sempre nell’ambito del Chiodino, ha lanciato “Ci faresti una torta?”. Una raccolta fondi molto semplice: chi vuole può preparare un dolce (elencando accuratamente gli ingredienti per evitare spiacevoli sorprese agli allergici) e portarlo presso la casetta del parco Baden Powell il 7 o 14 ottobre dalle 15 alle 18. I fondi andranno alla causa.La cifra stimata a maggio, quando un controllo di routine aveva evidenziato la situazione di potenziale pericolo, era di 25mila euro. La parrocchia aveva lanciato la “colazione solidale”. La generosità dei fedeli non si è fatta attendere.La biblioteca sfrutta il tema “caldo” e, anche per sensibilizzare più gente possibile alla causa, organizza l’incontro “Cilavegna e il suo campanile dal 1729 ad oggi”. Sarà venerdì 30 settembre alle 21 nella sala delle conferenze della biblioteca Rampi. Interverranno lo storico locale e bibliotecario, Alessandro Lodigiani (nella foto), Filippo Falzoni (esperto di campane), il sindaco Giovanna Falzone, don Giampaolo e il parroco emerito, monsignor Mario Tarantola. Durante la serata sarà esposta nella sala conferenze della biblioteca una mostra di fotografie, documenti ed elementi del campanile. “Proporrò – così Filippo Falzoni – una disamina storico-artistica del bene, partendo da documenti ottocenteschi. In seguito chiarirò il valore che ha o che dovrebbe avere un intervento di manutenzione straordinaria di questo tipo. C’è un valore paesaggistico non indifferente: il concetto di paesaggio sonoro (coniato negli anni settanta da Schafer) ci insegna che le campane sono importantissimi esempi di “impronte sonore” da conservare e valorizzare come fossero sinfonie o opere d’arte”. Lodigiani ha ricostruito invece quasi tre secoli di storia. “I lavori della torre campanaria iniziarono il 27 giugno 1729 e proseguirono per due faticosi anni fino al 1731 quando fu posato un cupolino in piombo. A ricordo dell’inizio dei lavori si pose una lapide commemorativa sul fianco del campanile. Nel 1797 fu rinnovata la pericolante cupola del campanile, l’intervento venne eseguito contro il parere del Comune che trovò l’esecuzione non adatta all’estetica del monumento. Nel 1816 la struttura della cella campanaria e il cupolino di rame vennero dichiarati instabili e si procedette alla ricostruzione. Durante questi lavori il campanile venne ulteriormente innalzato raggiungendo così un’altezza complessiva di 54 metri. Nel 1871 il cupolino venne sostituito. Nel 1965 il Prevosto don Luigi Castellani, oltre alla facciata, ha fatto ridipingere e sistemare anche la torre campanaria. I colori della torre hanno sempre seguito la scala cromatica della facciata, mentre il cupolino è stato lasciato in rame grezzo che con gli anni è diventato color verde per l’ossidazione del metallo. La torre ospita un orologio meccanico che originariamente funzionava con un meccanismo a contrappesi, mentre dal 1975 è mosso da un piccolo meccanismo ad ingranaggi. Nel settembre 2001, appena terminati i lavori di restauro della facciata, è stato lanciato un ardito ponteggio per il restauro del campanile. Gli esperti constatarono una discreta solidità della struttura muraria, ma gli intonaci e le decorazioni erano in uno stato di degrado avanzato. La ditta restauratrice ha posto rimedio a tutte le necessità del campanile, sostituendo tutte le ricostruzioni precedenti con un nuovo intonaco a base di calce idraulica particolarmente ricco di leganti e nel frattempo molto impermeabile”. Poi ci sono le campane: “Prima delle attuali sei – prosegue l’esperto – era presente un concerto di cinque campane, di cui non sappiamo niente. L’unica notizia relativa al vecchio concerto ce la fornisce lo storico Padre Cesare Mornachi. Racconta che le campane della chiesa parrocchiale nel 1794 furono salvate dalla requisizione bellica. Le memorie del parroco don Giuseppe Starone nel 1897 spiegano la storia di quelle nuove”. Le sei campane, ricavate dalle cinque precedenti aggiungendo altro metallo, suonarono indisturbate fino agli anni Settanta. “Nel gennaio 1974 il prevosto don Mario Tarantola avvisò la popolazione che le campane avrebbero smesso di suonare a causa delle gravi condizioni in cui si trovavano. Il parroco, sentito il parere unanime del consiglio parrocchiale, decise, per evitare danni irreparabili, di sospendere a tempo indeterminato il suono delle tre campane maggiori. E si dovette limitare al massimo il suono anche delle tre piccole, sperando di non dover sospendere anche il loro suono a martello. Il preventivo di spesa per il rifacimento completo del castello, riparazione di ceppi e telai, equipaggiamenti elettrici, riparazione e nuova sistemazione del concerto di campane era di lire 7.928.000 lire (circa 50mila euro attuali). Da aggiungere a questo preventivo c’erano anche le spese per le opere murarie e le linee elettriche. Il totale previsto si aggirava sui dieci milioni. A dicembre dello stesso anno la ditta Trebino, la stessa di oggi, ultimò i lavori giusto in tempo per suonare a festa. Le campane appena sistemate rincominciarono a suonare a festa nella notte di Natale del 1974. Tra i lavori eseguiti è stato elettrificato l’orologio, e furono installati dei motori. Negli anni 1984 e 1994 furono intrapresi lavori di manutenzione straordinaria al castello di sostegno, ai motori e ai martelletti. Nel 1988 venne installato un programmatore per il suono delle ore e delle varie sonate. Il meccanismo sarà cambiato prima nel 2001 e poi nel 2015. Nel 2015 un fulmine ha colpito il campanile danneggiando i componenti elettronici. Monsignor Tarantola intervenne ancora una volta”.Davide Maniac