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CILAVEGNA - Ottanta maiali (e qualche asino) cercano casa. Non sembra facile: i luoghi idonei per poter ospitare un numero così ampio di animali sono pochissimi. L’allarme arriva dalla Lav, la Lega Anti Vivisezione dell’Oltrepò Pavese. A settembre nelle campagne di Cilavegna, centro in provincia di Pavia alle porte di Vigevano, la polizia locale aveva scoperto un allevamento abusivo, privo di codice azienda e quindi mai censito dal punto di vista sanitario. L’area, dove stati trovati anche rifiuti speciali pericolosi, amianto compreso, ospitava una sessantina di maiali, un asino, quattro bovini, alcuni avicoli e conigli, detenuti in condizioni di estremo degrado, oltre a un grande quantitativo di carni, salumi e formaggi destinati alla rivendita, non adeguatamente conservati ed in avanzato stato di decomposizione. In più container dedicati alla macellazione clandestina. Ricoveri fatiscenti, animali denutriti e a volte malati. Probabilmente alcuni acquirenti, ignari, hanno anche mangiato quella carne. Sembra una corsa contro il tempo. “Non vogliamo – comunica Lav – che soffrano ancora, o che vengano abbattuti e macellati. Per questo cerchiamo una stalla vuota sufficientemente capiente per ospitarli tutti. Successivamente potranno partire, anche singoli o in gruppo, verso chi voglia adottarli. Per accoglierli è sufficiente un’area rurale con possibilità di un riparo adeguato, una recinzione e la possibilità di chiedere alla propria Ats un “codice azienda” per poterli ospitare non a scopi alimentari”. Finora sono stati adottati due bovini e una decina di maiali. Gli altri sono ancora lì. L’allevatore abusivo è in carcere. L’ordinanza del Comune di Cilavegna ha stabilito che debba essere la convivente a prendersi cura degli animali. Non è mai stata realmente rispettata. “Il Comune – aggiunge Giuseppe Colli, vicesindaco di Cilavegna – porta foraggiamenti, quando può, e invia regolarmente la polizia locale per i controlli. Anche alcuni volontari danno una mano. Certo, serve spostarli, ma non è così semplice. Siccome gli animali, nonostante le condizioni precarie di alcuni, non risultano ammalati (lo certifica Ats) occorre recuperare un’autorizzazione, oltre a trovare il luogo adatto. L’area è oggetto di procedimento per abuso edilizio, gli animali e l’area sono liberi. Per questo si sta interessando anche la Procura della Repubblica di Pavia”