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Non sono arrivate osservazioni. Così martedì 2 maggio la giunta ha approvato senza ulteriori modifiche il catasto degli incendi boschivi, documento necessario per individuare le aree verdi maggiormente colpite negli ultimi quindici anni e quelle potenzialmente più a rischio. Il primo passaggio burocratico era stato effettuato il 14 marzo. Con soli 23 anni di ritardo rispetto alle disposizioni di legge. Infatti dall’ormai lontano 2000 la legge stabilisce che gli enti locali debbano essere dotati del catasto degli incendi.
Ci ha pensato l’assessore Cristina Maldifassi (nella foto). Grazie a lei  Mortara si adegua alla normativa nazionale. Il catasto riguarda unicamente le aree boschive e i vincoli per la tutela delle stesse. Si tratta di uno strumento che testimonia la volontà di difendere dagli incendi il patrimonio boschivo riconosciuto come bene insostituibile per la qualità della vita. Infatti il catasto prevede sostanzialmente l’apposizione di vincoli, variabili tra i 10 e i 15 anni, che limitano l’uso del suolo percorso da incendi. Il progetto ha quindi ripercussioni sul fronte urbanistico. “Il fenomeno è sconosciuto a Mortara – aggiunge l’assessore all’Urbanistica Cristina Maldifassi – ma è comunque doveroso dotarsi di questo strumento”.  Anche perché a livello nazionale capita che i piromani diano volontariamente fuoco a un terreno boschivo per chiedere in seguito l’edificabilità. Su questo fronte il catasto degli incendi boschivi ha una chiara funzione preventiva.

Luca Degrandi