Il via ai lavori salva palasport: As Mortara rende impermeabile il tetto e incerotta il parquet rotto
Mai più parquet “a mollo” grazie ai lavori iniziati lunedì scorso, 12 giugno, sul tetto del PalaGuglieri.
La riqualificazione dell’impianto sportivo rientra nel piano di manutenzioni che il gestore degli impianti sportivi, As Mortara, deve realizzare per conto del Comune. Con la fine delle scuole e la sospensione delle partite dei principali sport che, ora è possibile intervenire senza troppi disagi presso il palazzetto.
Sul piatto 105mila euro per completare l’impermeabilizzazione del tetto.
La copertura è poi interessata dalla presenza di 36 lucernari che, inizialmente, erano stati pensati per essere.
Attualmente hanno il solo uso logistico di punto luce in quanto il loro precario stato manutentivo, di fatto, ne impedisce altro utilizzo. “La prima fase dell’intervento – spiega l’assessore ai lavori pubblici Andrea Olivelli – prevede la rimozione il rifacimento della guaina in modo da sigillare la copertura ed evitare le infiltrazioni che nel corso del tempo hanno compromesso lo stato della struttura. Per quanto riguarda il vecchio impianto fotovoltaico, che non ha mai prodotto nulla e che non era di proprietà del Comune, è già stato rimosso in precedenza nei giorni scorsi.
La seconda fase degli interventi straordinari riguarderà invece la manutenzione del parquet che presenta letteralmente dei buchi in cui manca del tutto il legno”. Successivamente ci sarà anche una terza fase. Infatti il passaggio successivo prevede anche un massiccio restyling degli spogliatoi.
“In questo caso una parte dei lavori sono a carico di As Mortara – aggiunge l’assessore con delega ai lavori pubblici e allo sport – e una parte saranno acarico delle associazioni sportive a scomputo delle somme dovute all’ente per l’utilizzo dell’impianto stesso. Il significato qual è?
Investiamo direttamente negli impianti sportivi i soldi che le società sportive stanno versando al Comune per l’uso degli impianti.
Mi sembra il modo migliore per dimostrare nei fatti che questi soldi non finiscono nel calderone dei conti pubblici senza poi avere la certezza che vengano reinvestiti nell’ambito dello spot”.
Luca Degrandi