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Nella mattinata di lunedì scorso, 2 ottobre, l’assessore Cristina Maldifassi, i tecnici comunali e gli esperti della ditta specializzata ST&A di Vernate hanno varcato la soglia della Eredi Bertè per effettuare un primo campionamento sul cumulo di materiale combusto che da sei anni giace nell’ara di via Fermi. Inizia così la “Fase 1”, il primo passo verso la rimozione e lo smaltimento delle macerie frutto del maxi incendio del 6 settembre 2017. La ditta ST&A, incaricata dall’ente pubblico con la determina del 30 dicembre 2022 e una spesa di 2mila 537 euro, ha il compito di stilare una schede di richiesta di finanziamento da presentare in Regione. Solo da Palazzo Lombardia possono arrivare le ingenti risorse economiche necessarie per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti presso l’area. Però i tempi sono strettissimi. Il termine per avanzare le domande in Regione è fissato entro la fine di novembre. Alla ditta Arcadia è stato invece dato l’incarico di svolgere le analisi. Solo successivamente si potrà capire se il terreno è stato in qualche modo contaminato.“Mi sono ritrovata davanti uno spettacolo disarmante – commenta l’assessore all’urbanistica Cristina Maldifassi - che, sinceramente, non mi aspettavo. L’ammasso di rifiuti combusti è ormai fuso in una massa indistinguibile popolata da insetti, mosche e piante infestanti. Sotto quel cumulo c’è di tutto. Sarà necessario capire se in quella montagna enorme c’è del cemento amianto, visto che parte del capannone è crollato mischiandosi con tutto il resto. Con un piccolo scavatore sono stati prelevati dei campioni anche sotto la superficie della montagna. Tutte le operazioni sono state condotte alla presenza dei Carabinieri e del personale dell’Arpa. Però potrebbe non essere finita qui. Infatti non sappiamo se sarà necessario tornare nel sito per prelevare nuovi campionamenti. Prima sarà necessario attendere gli esiti di queste analisi iniziali. Ciò che è certo è che non c’è molto tempo. Entro la fine di novembre dovremo avanzare le nostre richieste di finanziamento alla Regione. Con ogni probabilità la rimozione dei rifiuti dovrà avvenire per gradi. Si tratta di una quantità talmente imponente da richiedere una rimozione graduale. Così si potrà suddividere l’intervento in lotti separati. Chiaramente ci potrebbero volere anche anni. Ora ci troviamo in una fase preliminare, ma si tratta di un passo molto importante, atteso da tutti i mortaresi e non solo, da molto tempo”. Secondo il recente pronunciamento del tribunale di Pavia l’incendio è stato doloso. Il titolare ha subito una condanna in primo grado: 4 anni di reclusione. 
La sentenza di primo grado del 18 settembre riconosce anche una provvisionale di 50mila euro al Comune di Mortara che si era costituito parte civile. Il giudice penale liquida solo una parte del danno per via provvisionale. Si tratta di una corresponsione anticipata di denaro inferiore a quella che potrà risultare dovuta. Infatti la richiesta risarcitoria dell’ente pubblico era stata di 400mila euro. È ancora in corso un secondo processo penale e una causa civile. “Mentre in precedenza nessuno si era mosso per avviare il processo di rimozione dei rifiuti – commenta invece l’assessore all’ambiente Andrea Olivelli – questa amministrazione ha dimostrato determinazione e concretezza. La tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini sono una nostra priorità e lo stiamo facendo vedere con i fatti. Nel caso dell’incendio alla Eredi Berté ci vorrà del tempo per la rimozione del materiale. Solo dopo potremo capire se sarà necessario anche una bonifica del terreno. Insomma, ci vorrà del tempo, però la strada imboccata è quella giusta”. 

Luca Degrandi