Verso l’approvazione del Pgt: torna il sogno del sottopasso pedonale verso San Pio X
MORTARA - Più spazio per le attività produttive, meno consumo del suolo, potenziamento della mobilità dolce, massima attenzione al «green» e al recupero delle aree dismesse: non è il sogno irraggiungibile per una città perfetta, ma sono i pilastri portanti del nuovo Pgt targato Cristina Maldifassi. Infatti le linee guida dalla Mortara del futuro sono state illustrate lunedì sera, 18 marzo, presso palazzo Cambieri, dall’assessore all’Urbanistica. Ad ascoltarla tutta la giunta e i consiglieri di maggioranza. Ed è da loro che è arrivata la prima promozione alla variante generale del Piano di governo. Un lavoro redatto da professionisti del settore e supportato dallo Studio Bgc e Associati di Massimo Giuliani.
“È stato fatto un lavoro eccellente – è il commento del primo cittadino Ettore Gerosa – caratterizzato da grande competenze e professionalità. Tutti gli assessori e i consiglieri di maggioranza hanno apprezzato gli indirizzi contenuti in questi importante documento. Con esso viene tracciata una strada importante per il futuro della città. Ringrazio l’assessore Cristina Maldifassi per l’egregio lavoro svolto”.
La strada verso l’adozione del Pgt, prevista per dicembre, prevede ancora diverse tappe intermedie. A metà maggio è in calendario la seconda conferenza Vas, mentre a giugno potrebbe esserci il primo passaggio in consiglio comunale. Intanto, però l’assessore all’Urbanistica può già mettere sul tavolo il frutto di un lavoro intenso iniziato diversi mesi fa.
“Un buon Piano – commenta l’assessore Cristina Maldifassi – nasce prima di tutto dall’ascolto dei cittadini che vivono la città. Non a caso la fase di confronto con i mortaresi ha rivestito una parte importante nel processo di redazione del Pgt. Ricordo che abbiamo dato vita a numerose occasioni di confronto, anche al di fuori degli schemi dalle consuete conferenze dei servizi previste dalla legge. Anche parte delle idee e le proposte giunte, per così dire, dal basso, in quei momenti di condivisioni sono entrate a far parte dell’impianto del nuovo Pgt”.
La variante generale del Piano di governo del territorio contiene gli indirizzi di intervento, le macro aree di interesse, sottolinea le criticità e individua le zone di trasformazione. Tutte le principali caratteristiche del Pgt sono state messe sul tavolo nel corso di questa prima esposizione dedicata agli esponenti della maggioranza. Ma i mortaresi cono devo attendersi per la Mortara dei prossimi anni? In sintesi si tratta di un piano basato sul «verde», sulla filosofia «green». Meno cemento, meno consumo del suolo, più valore alla mobilità dolce e recupero delle are dismesse. E poi, ancora, nuove aree di sviluppo industriale e un occhio di riguardo alla stazione.
“Prevedere la trasformazione di certe aree, pianificare la direzione che deve prendere lo sviluppo della città – commenta l’assessore Cristina Maldifassi - rappresenta un fattore determinante e indispensabile per evitare di perdere occasioni fondamentali. Ad esempio non possiamo pensare che il trasporto su ferro non evolva mai. Dobbiamo pensare e spingere verso grandi mutamenti. Penso che si debba ragionare prefigurando il addoppio del binario della linea Mortara-Milano e pianificare le nuove esigenze dei pendolari. In questo senso il Piano è già pronto a una trasformazione dell’area della stazione, con la realizzazione di un sottopasso che colleghi l’area della biglietteria con quella di via De Cantiano. Nel quartiere di San Pio X, opportunamente collegato, può nascere un ampio parcheggio dedicato ai pendolari e un’area per la sosta e il transito delle corriere. In questo modo si andrebbe ad integrare il trasporto pubblico agevolando lo scambio gomma-ferro”. Il Pgt lascia meno spazio alla costruzione di nuove abitazioni su terreni “vergini”, ma punta sul recupero dell’esistente. Punta sui servizi. E punta sullo sviluppo industriale. “La crescita della città – spiega l’assessore all’urbanistica – non deve essere intesa come una continua cementificazione per la costruzione di nuove abitazioni. Non c’è bisogno di questo. La città si migliora recuperando le aree dismesse esistenti, favorendo il recupero degli edifici, soprattutto in centro, e favorendo la riqualificazione delle zone abbandonate. Non c’è solo l’area Marzotto, che resta certamente la più grande e impegnativa da riqualificare. Tutta la città beneficerà di un nuovo regolamento edilizio concepito per favorire un’edilizia che premia il recupero dell’esistente. Si può raggiungere questo obiettivo anche grazie ad una semplificazione delle pratiche, allo snellimento della burocrazia e a regole più chiare e certe”. Un’altra macro area molto importante è quella che riguarda le aree industriali. in questo momento il polo produttivo, nella cosiddetta area Cipal, è quasi completamente saturo e offre poche possibilità di ampliamento.
“Il nostro impegno – prosegue Cristina Maldifassi - è quello di creare condizioni vantaggiose per l’insediamento di nuove attività produttive. Portare occupazione e opportunità di lavoro in città equivale ad accrescere il benessere della città”.
Al centro della progettualità del nuovo Pgt c’è la Via Francigena, inserita a tutti gli effetti all’interno del reticolo di piste ciclabili che andranno a valorizzare la promozione della mobilità dolce. La valorizzazione dell’itinerario di Sigerico rappresenta anche una strategia indispensabile per «agganciare» l’opportunità costituita dallo sviluppo del turismo di prossimità. Mortara che si candida ad essere sempre più a portata di pellegrino, di turista e meta prediletta per l’amante della cultura abbinata alla buona cucina del territorio. Ma non è tutto. L’assessore ha più volte parlato di un Pgt «green». Ma cosa intende? Tra gli esempi pratici spicca certamente quello dell’idea del «parco agricolo», nell’area delle «cento pertiche». Rappresenterebbe un’area nella quale viene creata, riscoperta e potenziata l’attività agricola al fine di salvaguardare e tutelare il territorio e l’ambiente in esso inserito. L’agricoltura, in particolare quella biologica e biodinamica, riveste un ruolo centrale di tutela del territorio, costituendo insieme un’attività produttiva ma anche eco-compatibile, fondata su regole biologiche e naturali che restituiscono identità ad un luogo. Gli stessi agricoltori sarebbero i garanti della tutela delle arei di pregio grazie alla loro conoscenza pratica e al loro lavoro. All’Amministrazione spetterebbe invece il compito di delimitare le aree del parco, segnalarlo in modo chiaro e riconoscibile, promuovere dei percorsi naturalistici.
Luca Degrandi