Login / Abbonati

Sono state protocollate ieri, martedì, una “raffica” di osservazioni al Piano di Governo del territorio presentate da Giuseppe Abbà (nella foto). Il consigliere comunale di minoranza aveva già affossato in fase il Pgt ed ora propone una serie di correttivi allo scopo di dare elementi di una diversa visione urbanistica. Anche se il nuovo Ptg, votato dalla maggioranza lo scorso 29 luglio, è stato presentato dall’assessore di riferimento come “molto green”, la sinistra mortarese boccia senza appello un documento che, secondo l’opinione degli esponenti del Prc, favorisce le speculazioni edilizie e si maschera dietro un impronta “verde” di facciata che cerca di mascherare le storture di una pianificazione tutta da rivedere. Insomma, Giuseppe Abbà non si fa gettare fumo negli occhi e va dritto al punto.  “Alcuni elementi di contorno – spiega l’esponente di Rifondazione comunista - come il riconoscimento di un’area verde di pregio corrispondente al parco delle cento Pertiche, sono certamente condivisibili, ma non migliorano nella sostanza un Pgt negativo in cui la speculazione edilizia spicca su ogni altro elemento. Inoltre manca nel modo più assoluta un vero spirito ambientalista per la tutela del territorio e della salute dei cittadini. Si tratta di osservazioni concrete che ho già fatto presente in consiglio comunale e che ora ho formalizzato presentando in municipio una serie di osservazioni volte a raddrizzare la rotta di un Pgt deragliato su una strada che non condivido”.  Senza alcuna pretesa di completezza, ma allo scopo di dare elementi di una diversa visione urbanistica, Giuseppe Abbà ha formulato una serie di punti  ai quali dovrà essere data una risposta dagli inquilini (quindi essi siano da qui a una settimana) del municipio di piazza Martiri della Libertà. “Parto dalla questione ambientale propongo, che resta una vera emergenza, per la – spiega Giuseppe Abbà – suggerisco l’introduzione di quattro norme fondamentali. In primo luogo il Piano di governo deve introdurre il divieto di installazione di nuovi impianti per il trattamento di rifiuti e/o di fanghi. A seguire, nelle stesse norme, serve l’aggiunta  del divieto di spandimento fanghi entro 500 metri lineari dall’abitato, approntando una carta con la perimetrazione. Infine l’amministrazione deve avere il coraggio di inserire altri due divieti decisivi per la tutela della salute di tutti i cittadini. Parlo del divieto di nuove installazioni di antenne telefonia mobile se non a distanza di 500 metri lineari dall’abitato e il divieto di installazioni impianti di pannelli fotovoltaici con consumo di suolo sia nelle zone agricole che nelle zone industriali, consentendogli solo sui tetti degli edifici”. L’ultimo aspetto è di stretta attualità. L’amministrazione ha dato il via libera all’installazione di un grande impianto fotovoltaico nelle vicinanze del Polo Logistico. Il progetto è imponente. “Stiamo parlando di una superficie enorme – puntualizza l’esponente del partito della Rifondazione Comunista – e, pertanto, ci sarà un altrettanto enorme consumo di suolo. L’area prevista è di ben 167mila e 200 metri quadri. Per dare una dimensione: equivalente a 24 campi di calcio più un altro mezzo campo! Mettiamo subito in chiaro un aspetto importante. Sono assolutamente favorevole alla produzione di energia non ricavata da combustibili fossili, su questo punto non ci devono essere fraintendimenti. Allo stesso tempo resto fermamente contrario al consumo di suolo previsto nel progetto. Sarebbe più utile l’utilizzo della superficie dei tetti delle aree dismesse o di altri edifici”. Altra questione: le previsioni di piano. Nuovo capitolo, ma stesso canovaccio. Le correzioni da fare non mancano e da Abbà arrivano altre proposte. In particolare per quanto riguarda l’area Marzotto. Luogo simbolo di una Mortara operaia e operosa che non esiste più. “All’interno del Piano – prosegue – è necessario prevedere nella zona a sud di via De Murini, al posto di edilizia residenziale, verde pubblico attrezzato. Nella parte est del dismesso edificio industriale della Marzotto (verso via Sant’Albino) è necessario prevedere un museo attrezzato didattico di archeologia industriale. Infine, sempre nell’edificio industriale dismesso della Marzotto, la mia proposta è quella di prevedere una parte da destinare ad edilizia popolare pubblica e la restante parte ad attrezzature collettive con particolare riguardo a strutture per giovani ed anziani”. Invece sull’area Marzotto viene premiato chi, anni fa, ha lasciato a casa centinaia di operai per delocalizzare la produzione. A questi signori viene concessa la possibilità di realizzare altri profitti realizzando villette e uffici. Inoltre ci sarà una colata di cemento anche sul cosiddetto pratone che rientra nell’area Marzotto. “Mi sono concentrato – conclude Giuseppe Abbà - su questi punti anche se il Pgt avrebbe bisogno di una riscrittura generale. Naturalmente le obiezioni saranno per le questioni ambientali, le norme regionali, il Tar, ecc., ma riteniamo che occorra un segnale preciso per invertire la tendenza a fare del nostro territorio una “zona di conquista” di potentati economici. Abbiamo “già dato” abbondantemente in questa direzione. Per la Marzotto si dirà che la proprietà vorrà guadagnarci e quindi non accetterà le classificazioni che propongo il che, in una società capitalista come la nostra è purtroppo vero, ma anche qui occorre utilizzare i mezzi possibili per l’acquisizione pubblica (a prezzi non speculativi) chiedendo che vengano investiti da Regione e Governo i fondi necessari, come peraltro qua e là è stato fatto. Per quanto riguarda il divieto di costruire in via Raffaello Sanzio centri commerciali o nuove lottizzazioni occorre non trasformare definitivamente la circonvallazione sud in un’arteria urbana, come purtroppo in parte lo è già diventata. Serve quindi lasciare in quella zona corridoi e spazi non edificati”. 

l.d.