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CERETTO - Uno scenario che ha assunto i contorni ufficiali soltanto venerdì scorso, 29 luglio, di un quadro delineato però da parecchio tempo, almeno tre anni e altrettanti esercizi di bilancio. Il Comune di Ceretto ha dichiarato dissesto finanziario in occasione dell’ultima seduta del Consiglio comunale, inviando la documentazione al Ministero dell’interno e alla Procura regionale della Corte dei conti. Un passaggio ufficiale che ha tradotto anche attraverso un voto formale (sette favorevoli, la totalità dei presenti su undici componenti) una situazione di fatto già insostenibile da tempo per le modeste casse comunali del paese. Da anni infatti il piccolo centro lomellino, che non arriva a contare 200 residenti, deve occuparsi economicamente (per circa 90mila euro annui) di tre sorelline residenti in paese e che vivono in una comunità protetta. Il tema, tanto noto quanto triste dal punto di vista umano, è quello dei minori in affido. Proprio il provvedimento del Tribunale dei minorenni di Milano del 15 marzo 2018, infatti, aveva disposto che le tre minorenni, allora poco più che bambine, oggi residenti a Ceretto e precedentemente a Sant’Angelo, venissero allontanate dalla famiglia di origine e collocate in una struttura comunitaria, “con conseguente onere delle rette di tale struttura pari a 93mila e 75 euro annui, posto a carico del Comune”. Una triste storia soprattutto umana, ma che incide drammaticamente anche sulle casse pubbliche. Spese che il piccolo paese, nonostante i conti pubblici “sani”, senza mutui in corso, né anticipazioni di cassa o debiti fuori bilancio, non è più in grado di sostenere. Così la seduta di venerdì scorso ha formalizzato la dichiarazione di dissesto finanziario inviandola alla Corte dei conti, cui ora spetta l’ultima parola. Tra gli scenari quello più probabile è il commissariamento del Comune stesso. “Per anni abbiamo fatto tutto quello che è nelle possibilità dell’ente pubblico – sono le parole del sindaco, Giovanni Cattaneo – per sostenere questa delicatissima situazione. Ma nonostante i conti pubblici non presentino particolari situazioni critiche, come anticipazioni di cassa, mutui in essere o debiti fuori bilancio, la somma necessaria al sostentamento delle tre sorelle non può essere raggiunta”. Da qui il passaggio formale in consiglio, venerdì scorso, e la dichiarazione di dissesto finanziario, poiché “L’ente attualmente non risulta più in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, in quanto le risorse di parte corrente non risultano più sufficienti a finanziare le spese correnti obbligatorie tese ad assicurare l’ordinaria amministrazione”. E nonostante nel corso degli ultimi anni, le due amministrazioni comunali (guidate in entrambe le occasioni dal sindaco Giovanni Cattaneo) abbiano letteralmente compiuto i classici “salti mortali” per far quadrare i conti, anche attraverso il ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale. Oppure provvedendo, ad esempio, al taglio di qualsiasi spesa superflua o comunque non strettamente indispensabile, oltre che ad effettuare alcune manovre tributarie, cercando al contempo di evitare però l’accanimento nei confronti dei cittadini. Ma anche rinunciando a sostenere alcuni servizi utili alla popolazione cerettese, come quello di trasporto anziani e disabili presso le strutture sanitarie per esami, visite o interventi vari, e addirittura il trasporto scolastico. Infine anche la rinuncia del gettone di presenza da parte di tutti i consiglieri comunali in carica fino allo scorso 31 dicembre e a partire dall’inizio del 2022 soltanto da parte dei componenti dell’attuale maggioranza consiliare.Riccardo Caren