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PALESTRO - Il paese è la punta di diamante dell’edilizia stradale d’avanguardia. La strada coperta d’asfalto con fibra di Kevlar dovrà durare decenni. Per ora c’è solo terra battuta. Collegherà tra loro via dei Bersaglieri, via Europa e via Papa Giovanni XXIII. In aggiunta arriveranno anche le fogne e punti luci. Un programma dai termini ancora indefiniti, ma prevedibile per l’autunno. A rendere il paese speciale è il fatto che in Italia si tratta di una novità assoluta. “Solo nella provincia di Bolzano - racconta il geometra Secondo Borando, tecnico comunale in convenzione - è stato steso, all’inizio di questo mese. La fibra di Kevlar rinforza il bitume, rendendolo più resistente. Il brevetto è statunitense. Di norma, d’inverno l’asfalto tende a restringersi, mentre d’estate ad allargarsi. Con questa nuova fibra, colata nella miscela ancora liquida, questa criticità viene meno”. Dietro alla decisione dell’amministrazione di trattare questa strada in maniera tanto speciale c’è la volontà di rinnovare il volto del paese stesso. “Una lottizzazione che non c’è mai stata - riassume Secondo Borando - ed un gran numero di case davanti allo sterrato. E un campo di granturco. A seguire le operazioni verrà un gruppo di tecnici esperti nel settore”. Migliorare l’attrattiva di Palestro non consiste solo nel cambiare i connotati, bensì anche nel farlo in maniera rinnovabile. Un atto, dunque, che rispetto al solito risulta controtendenza. Ma il geometra Borando è un esperto di asfalti, ed è stato scelto proprio per questo. Ha appreso i primi rudimenti in Svizzera, Paese dalle strade di buon pregio. Il processo per creare questo bitume speciale è piuttosto semplice. La fibra viene aggiunta al conglomerato quando ancora liquido e caldo. Nel momento in cui si raffredda, essa è ormai divenuta un tutt’uno. E ne basta un solo strato perché si mantenga per lunghi anni. “E’ molto semplice - spiega -, una strada che presenta buche è una strada fatta male. Questo, per il quale abbiamo ottenuto finanziamenti, rientra nelle norme ambientali vigenti in Italia. Le materie prime e l’energia costano sempre di più, e si tenta di riutilizzare tutto, per quanto possibile. Il prezzo del bitume è schizzato alle stelle. Tendenzialmente però questo nuovo composto non arriva a superare del 20 per cento l’asfalto più classico”. E poiché le materie prime scarseggiano, si punta sulla durabilità. In fin dei conti la materia prima utilizzata è sempre la stessa, e viene riciclata. Il caso del polverino di gomma ne è già un esempio. Utilizzato già a Robbio, ha proprietà fonoassorbenti, ideale, quindi, per le strade intensamente trafficate. Si ricava dalle carcasse dei pneumatici. La gomma viene aggiunta alla miscela esattamente come avviene col Kevlar. “In provincia di Pavia ho visto il polverino di gomma già dal 2005 - ricorda il geometra -. Il mercato degli asfalti è rimasto immobile per decenni. L’energia era a buon mercato, ma ora le risorse vanno esaurendosi. Non ci possiamo assolutamente permettere di buttare via e sprecare, altrimenti si creano disastri ambientali. Con le giuste tecniche si può recuperare fino al 90 per cento del materiale impiegato. Il problema - evidenzia - è però che gli impianti per compiere queste operazioni costano tanto. Sul milanese già se ne trovano diversi. In Lomellina di meno, ed infatti molte ditte finiscono per chiudere i battenti”.Gabriele Tocchi