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ROBBIO - Un uomo di fatti, e poche parole. Il geometra Secondo Borando è pronto a dire addio e pensionarsi. Sostituirlo non sarà facile. Un lavoratore con la “elle” maiuscola. Di persone così precise e solerti se ne trovano poche. Silenzioso e legatissimo al dovere, ha regalato un nuovo viso a Robbio nei 26 anni di operato. Una trentina di grandi opere, più di una all’anno. Rotonde, marciapiedi, piazze, e strade principali, come via Gramsci e via Marconi. Restano impresse nell’immaginario comune come lavori ben fatti, in un Paese, l’Italia, che coniuga (forse fin troppo spesso) lavori d’eccellenza a disastri costruttivi. Questo non è mai stato il caso con Borando. Dal novembre del 1996 ad oggi mai una lamentela. Restano i suoi lavori, forse poco del personaggio che ci sta dietro. Del resto non ama essere sotto i riflettori, e gli va bene così. Arrivato nel silenzio, nel proprio fare taciturno ha operato, e allo stesso modo vuol prender commiato. Poche chiacchiere, i numeri parlano chiaro. Mai una volta una cifra ha superato quella stanziata. Talmente ligio da non aver mai superato i limiti fissati per un cantiere, grande o piccolo che fosse. Mai. “Mi auguro - confessa - di aver lasciato qualcosa di positivo almeno nel lavoro, se non per il mio carattere. Sono un tipo taciturno. Ho seguito la massima di mio padre, un po’ la stessa cosa che diceva Oscar Wilde: ‘meglio tacere e sembrare stupidi, che aprir bocca e togliere ogni dubbio’. Quindi faccio il mio e basta, senza disquisire poi troppo. Preferisco ascoltare”. Il geometra Borando è quanto di più umile si possa desiderare. L’apprezzamento lo lascia tutto sommato indifferente. “Quello che conta - afferma - è quanto si lascia. Le parole spesso si sprecano, soprattutto nei Comuni. Non è stato il caso di Robbio. Devo ringraziare l’amministrazione. Mi hanno dato fiducia, dal 2014 col sindaco Roberto Francese abbiamo fatto grandi cose”. Pure il suo approdo nella pubblica amministrazione, d’altronde, è stato frutto di un caso. E’ diventato geometra cantierista nel 1975. Una strada seguita vista l’immensa precisione che necessitava già durante la leva, dove era topografo. Negli anni lavora per due ditte, a Novara e a Borgosesia. Poi i genitori si ammalano, ed è così costretto a volgersi verso attività locali. Vince il concorso a Robbio, e negli anni si costruisce una carriera di tutto rispetto, operando anche per i comuni limitrofi. Sue sono, ad esempio, Palestro e Cozzo. Ma era già al tempo un lavoratore formato. Conserva particolarmente vicina l’esperienza novarese “con Giulio geometra Antonio. Era uno - racconta - che il suo lavoro lo sapeva fare. Quando si è giovani, poi, si assorbe come delle spugne. Mi ha garantito un percorso di crescita assolutamente necessario. Mi ha dato un’opportunità, io ci ho messo il mio, ed ho imparato a ‘condurre la barca’. Dopotutto - continua - fare l’impresario edile non è semplice. Si affrontano problematiche sotto ogni aspetto, dalle banche ai propri dipendenti”. Ma si tratta del passato, ed ora conta il presente. Alla pensione ufficiale mancano ancora un paio di mesi, sarà il 26 settembre. Secondo Borando adesso si gode le ferie arretrate, pur senza abbandonare i cantieri. Dove gli viene chiesta una mano, va. Conosce gli asfalti e le tecniche all’avanguardia. Vorrebbe continuare con le consulenze. Ora però con più tempo per la sua passione e medicina: la bicicletta. Giusto la settimana scorsa ha percorso sessanta chilometri in salita per giungere al santuario di Oropa. “Mens sana in corpore sano - spiega -, per stare bene mentalmente serve anzitutto curare la salute fisica. Curo l’alimentazione mangiando poco, e faccio movimento. Con la vita sedentaria a cui si è costretti con questo lavoro, si rimane bloccati tra la macchina e la scrivanie. Pedalando riesco a rompere la routine”.Gabriele Tocchi