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GARLASCO – Non cercate l’assassino tra le nebbie di Londra o tra le note stonate di un ubriacone sulla Senna che tenta di suonare la fisarmonica. Tantomeno tra i grattacieli di New York o le fogne a cielo aperto di Calcutta. L’assassino è davanti a voi. A Parasacco. Seduto, al limite della maleducazione davanti al suo computer, a due passi dal Ticino. Esce in questi giorni “L’Enigma delle Balene”, secondo e nuovo episodio della sterminata serie “Misteri e delitti di Acquanegra”. Quando sarà completa ne comprenderà venti. Ernani Natarella, il “Camilleri delle risaie”, racconta tutto. La sua Vigata, il borgo immaginario dove abita il leggendario commissario Montalbano, per Natarella è un paese della Lomellina inventato, Acquanegra. Una località che non esiste realmente, ma fonde le diverse caratteristiche dei nostri centri rurali a ridosso del Ticino. Il “Georges Simenon delle risaie” (così si autodefinisce) è reduce dalla pubblicazione di “Delitto metafisico”. Risale a una manciata di settimane prima dell’ultima fatica, “L’Enigma delle Balene”. L’editore è sempre lo stesso, Re Corvo. “Il titolo è fuorviante, L’Enigma delle Balene. Le famosissime balene del Ticino – scherza lo scrittore – anche può sembrare un’eresia ma io le ho viste veramente. In questo episodio una potentissima droga che arriva dalla Svizzera sconvolgerà l’intera cittadina. Rapine, diamanti, loschi faccendieri e donne imprevedibili, si danno appuntamento ad Acquanegra. E non solo. L’Enigma delle Balene è una storia che si articola in maniera geometrica, fino a formare un teorema, dove le “balene” sono la formula per risolvere l’enigma. Un ciclista arriva primo alla gara che si tiene tutti gli anni ad Acquanegra sul Ticino. Fin qui niente di speciale. Il fatto è che vince la gara da morto. Poi, al teorema, bisogna aggiungere un gioielliere iraniano che viene rapinato dei suoi diamanti, ma qualcosa non convince il commissario Mezzanotte. Poi un losco faccendiere e spacciatore svizzero che vuole la sua vendetta. Quando arriva ad Acquanegra, insieme alla sua banda di scalcagnati gangster dei Grigioni, tutto si complicherà. Show televisivi, produttori e ballerine senza scrupoli, parrucchiere zombie saranno i rompicapi del commissario Sarno Mezzanotte, del commissario Colandrea, dell’informatore Leonardo Papaleo che sarà uno dei protagonisti con le sue trasformazioni. Il botto finale arriva non una, ma più volte. La verità non è una, la verità ha molte sfaccettature”. Già, Mezzanotte e Colandrea. Quest’ultimo non vede l’ora di andare in pensione e non gliene può fregare di meno di tutto quel “can can” che sta accadendo intorno a lui, anzi: il suo pensiero è rimasto focalizzato su un vecchio caso, non risolto, avvenuto dieci anni prima, per il quale lui continua a nascondere, sotterrata nel suo giardino, una borsa contenente prove ineluttabili. La sua storia è approfondita nell’esordio del ciclo “Misteri e delitti di Acquanegra”, intitolato “Delitto metafisico”. Mezzanotte, il suo sostituto atipico, è arrivato in sordina in città con una priorità: riaprire proprio quel caso che il commissario uscente ha a cuore. Nasce una complicità. Personaggi dal passato oscuro, in qualche modo legati sia alla polizia sia al crimine. Ernani, che prende il nome da un’opera poco nota di Giuseppe Verdi, all’età di 4 anni stava per morire annegato presso il ponte di Bereguardo. Per questo è tornato recentemente a vivere lì, a Parasacco, come una specie di rivincita. Musicista oltre che scrittore, è un personaggio da romanzo egli stesso. “Il debutto in campo editoriale – racconta – è nel 1986, quando inizio a collaborare con L’Italiana Editrice Periodici come vignettista satirico. Sono diplomato in illustrazione e sceneggiatura alla scuola del Fumetto di Milano. Quando non scrivo sono in giro per l’Europa a suonare nei locali più disgraziati con i miei vari progetti musicali. Adesso non potrei organizzare eventi neanche volendo, ma comunque non sono interessato a presentare i miei libri in pubblico. Con i social e Amazon puoi startene comodamente nella tua soffitta polverosa a scrivere senza avere scocciature…”.