Mortara, addio all'ex assessore Marco Vecchio, colonna del volontariato: venerdì alle 11 i funerali in San Lorenzo, riposa alla casa funeraria Siof in via Vittorini
MEDE - Il suo cuore, come la sua bontà e disponibilità, era immenso. Solo un male incurabile lo ha fermato. Si è spento oggi, 23 dicembre, presso l’ospedale di Mede dove era stato da poco ricoverato, Marco Vecchio. Nato a Novara il 4 marzo del 1950, lascia la moglie Loredana e l’adorata figlia Chiara. Il funerale si svolgerà venerdì 27 dicembre alle 11 in San Lorenzo nella sua Mortara. Da domani, martedì 24, la camera ardente sarà allestita presso la sala del commiato di via Vittorini.
Questa mattina, invece, tutta la città si è risvegliata con un vuoto incolmabile. Una grande tristezza che, però, Marco Vecchio avrebbe scacciato con il suo solito modo: una battuta tagliente, rigorosamente in dialetto. Un compendio di saggezza popolare e ironia. Due ingredienti che insieme danno la misura di un uomo che ha saputo farsi voler bene praticando il bene. Infatti la sua storia personale è un dono. Ha donato tempo, lavoro, impegno. Ha regalato sorrisi e sostegno. Lo ha fatto in famiglia, come volontario nelle moltissime associazioni in cui ha fornito un prezioso aiuto. E lo ha fatto anche in politica. Sembra quasi scontato doverlo raccontare, cercare di descriverlo. Soprattutto perché Marco Vecchio lo conoscevano tutti. Per una ragione o per l’altra. La sua attività di volontario del soccorso nel Comitato locale della Croce rossa inizia nel gennaio 1973. Qui ha ricoperto più volte la carica di ispettore per poi essere nominato due volte consigliere del Comitato e monitore di primo soccorso.
L’attività di soccorritore termina nel 2015, dopo ben quarantadue anni di servizio. Ma, ovviamente, non finisce qui. Prima ancora di essere un soccorritore, Marco Vecchio è stato un «grande donatore». Fin dagli anni Sessanta sostiene l’Avis, anche se l’iscrizione definitiva arriverà nel 1973. Ne diventerà anche presidente, dal 1975 al 1980. Le sue donazioni superano il numero di 140. Successivamente, nel 1985, si iscrive all’Aido di cui divenne consigliere nel 1997 con carica di tesoriere. Dal 2002 al 2007 ne è stato presidente. Come ultimo gesto di altruismo ha donato le cornee. Eppure ancora non basta. Marco Vecchio non si è mai accontentato e dopo la Croce rossa, l’Avis e l’Aido si è fatto promotore della 3A, l’Associazione amici degli anziani, costituita nel 2006. Il sodalizio si propone di favorire e agevolare il trasporto delle persone anziane e con problemi economici. Un servizio svolto a titolo completamente gratuito. Marco Vecchio è stato nel consiglio della 3A in qualità di tesoriere, poi ha ricoperto per cinque anni l’incarico di presidente. In questo oceano di dedizione verso gli altri, è riuscito a coltivare e promuovere anche una seconda grande passione, quella per lo sport. Ha fondato, nel 1998, il Gruppo sportivo volontari, associazione di chi ama la corsa e il particolare il podismo. Infine, come assessore allo Sport, ha contribuito alla nascita del Pool Mortara sport (2001). Non si può non menzionare il quarto grande amore di Marco Vecchio, dopo la famiglia, il volontariato e lo sport: la politica. Ancora una volta è necessario parlare di politica alla Marco Vecchio. Non quella basata sul potere e i giochini per la «cadrega». Ma quella per gli altri. Fatta in mezzo alla gente, sempre con una battuta dialettale per stemperare la tensione nei momenti più difficili. Sotto l’ombra dello spadone di Alberto da Giussano, Marco Vecchio è stato prima consigliere comunale dal 2007 al 2012 e poi assessore ai Lavori pubblici e allo Sport dal 2012 al 2017. Riconfermato nell’incarico dall’amico e sindaco Marco Facchinotti dal 2017 al 2022. Una militanza gomito a gomito che si estende ben prima e dopo i dieci anni di amministrazione insieme. Un Marco, Facchinotti, sindaco dal 2012 e il 2022 e l’altro Marco, Vecchio, assessore durante i due mandati.
“Ma la nostra amicizia ha radici ben più profonde – ricorda commosso Marco Facchinotti, che proprio in questi giorni imminenti alle festività piange la scomparsa della cara sorella Annamaria – sin dalla prima volta in cui siamo entrati in contatto, grazie alla comune esperienza di volontari in Croce rossa negli anni Settanta. Poi, sempre insieme, la militanza nella Lega degli albori, ma aldilà dell’impegno politico, sempre appassionato, credo che la dote di Marco Vecchio che maggiormente andrebbe sottolineata è la sua grande generosità. Da sempre è stato impegnato nel mondo del volontariato, in tutte le sue più ampie sfaccettature attraverso le quali la città di Mortara sa declinarsi. Oltre alla Croce rossa, ovviamente di Marco Vecchio ricordiamo il decennale impegno nell’associazione «3A», ma anche tra i volontari Avis dei donatori di sangue, e pure nell’Aido, i donatori di organi. Come ultimo gesto di generosità dopo la malattia, infatti, Marco ha disposto la donazione delle cornee. E’ sempre stato un uomo del fare, ma in particolare del «fare per gli altri», con ammirevole e disinteressato altruismo. Noi, militanti leghisti, già dai primi anni lo avevamo cominciato a soprannominare simpaticamente «Il Vecio», scherzando un po’ con il dialetto insieme al suo cognome, oppure «L’Alpino», perché Marco è stato anche una Penna nera, nel corso della sua esistenza vissuta appieno, sia dietro lo sportello della banca, sia a fianco delle tante associazioni di volontariato a cui ha sempre garantito il suo appoggio. Ricordo anche che fece parte del coro della chiesa di Santa Croce. Insomma un uomo generoso e buono, un amico di lungo corso che mi mancherà moltissimo, ma che mancherà anche a tantissime altre persone alle quali è riuscito a trasmettere il suo ineguagliabile grande cuore”.
Nel 2012 è stato anche membro del consiglio di Ato – ufficio ambito della Provincia di Pavia. Marco Vecchio ha fatto tanto, tantissimo per gli altri. Senza mai mettersi in mostra o cercare le luci della ribalta. E anche quando è stato insignito, il 2 giugno del 2006, dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica italiana, proprio per l’attività svolta nel mondo del volontariato, ha liquidato l’evento con il suo solito stile. Un motto della saggezza popolare recitato in dialetto. Perché la cosa più seria da fare, è prenderla sul ridere.
Luca Degrandi
(Ha collaborato Riccardo Carena)