Mede: il rione «San Banardin» si porta a casa il palio di rincorsa con l’esordiente Maccagno
MEDE – Era la prima volta per lui come «lipadù» nel palio d’la Ciaramèla.
Ha vinto all’esordio e si è portato a casa la quarantesima edizione dei giochi di Mede. Si chiama Francesco Maccagno l’eroe della domenica medese. Grazie a lui il rione «San Banardìn» ritorna così sul gradino più alto del podio dopo un solo anno di assenza.
Per i neroverdi è la vittoria numero otto.
Si è arreso in finale il veterano Nicolas Varliero, che rappresentava il «Büsch».
La sfida è finita 195 a 160: Francesco Maccagno ha preso «in tal capé» la ciaramèla e ha annullato il primo turno di gioco di Nicolas Varliero.
Termini tecnici che allo stadio «Fantelli», dove si sono disputati i giochi, conoscono bene. Si torna infatti indietro nel magico mondo della lippa.
Il fine settimana del palio medese, che è stato due settimane dopo la data canonica per via del maltempo, ha visto altri trionfatori. Il rione «Pasquà» ha vinto il concorso degli «angoli caratteristici». Erano stati allestiti sabato 7, il verdetto da parte della giuria era già stato emesso ma poi tenuto segreto per due settimane.
Il presidente della giuria era Franco Berzero, ex sindaco di Breme e presidente dell’«Ecomuseo del paesaggio lomellino». «Pasquà» ha vinto “per la perfetta ricostruzione storica di un momento di vita medese, per la sceneggiatura, l’utilizzo adeguato di attrezzature, abbigliamento e costumi, l’accurata ricerca del materiale d’arredo, l’uso del dialetto con espressioni d’epoca ricercate, bene integrato con il contesto cittadino della vicina chiesetta”.
Il concorso delle vetrine è stato vinto dal negozio «Fattoria verde», fioraio in viale Unione Sovietica, di Sara Vitari. Lo ha indetto Ascom, l’associazione commercianti, rappresentata da Alberto Zaverio.
Questa vetrina è stata trovata la più bella «per aver ricreato una scena di vita quotidiana di una Mede agricola di inizio secolo, con una sapiente ricerca di accessori e costumi. Originale l’inserimento nella scena proposta degli animali dell’aia a sottolineare l’indissolubile legame uomo-natura».
Davide Maniaci