Biblioteca “Francesco Pezza”: "Un abbraccio lungo come un sogno” racconta la storia di Alessandro, internato nel lager
MORTARA - Mercoledì 25 gennaio viene presentato alla biblioteca ‘Francesco Pezza’ il libro di Giuseppina Carnevale (nella foto) ‘Un abbraccio lungo come un sogno’, edito da Albatros. La presentazione, alle 17, si inserisce nelle iniziative che la biblioteca propone all’interno della settimana della Memoria: tra le pagine dell’autrice di Castelnovetto compare un manoscritto di un ex internato al campo di concentramento di Mauthausen, in Austria.
Un’esperienza di vita di cui Alessandro ha fatto dono all’autrice durante una delle loro chiacchierate, vis à vis o epistolari. Così prende spunto l’avvio di questo libro di una vita; da un incontro è sorta la narrazione di tempi che sono andati, ma senza filtri letterali e mitologizzanti. Nuda e cruda verità su carta piombata. Così nelle pagine del libro si avvicendano la famiglia, i valori, gli affetti dei due: ‘’Si tratta della storia della mia vita – spiega Giuseppina Carnevale – e di quella di Alessandro. Dal nostro incontro seppur tardivo è nata una profonda amicizia ricca di scambi. Il manoscritto che ho inserito sia in grafia originale che nella trascrizione che ne ho fatto è stato scritto da lui al ritorno dal campo di concentramento per i genitori. Sono circa cento pagine in cui sono narrate le scure vicende avvenute lì dentro’’.
La casa editrice prospetta una traduzione anche in altre lingue per "Un abbraccio lungo come un sogno", titolo scelto perché Alessandro amava terminare così le lettere all’autrice. ‘’La copertina del libro – prosegue – è la riproduzione di un quadro che mi ha regalato. Lo porterò alla presentazione per mostrarlo a chi ci sarà’’.
Uno scambio materiale, simbolo dell’intrecciarsi di due vite tra loro differenti ma affini per sensibilità. ‘’Nella mia vita – confessa – mi sono sempre successe tante cose, ma sempre c’è stata una luce. La Provvidenza mi ha accompagnata nel mio cammino. Seppur laureata in scienze naturali, ho voluto dedicare la mia vita agli altri nell’immediata concretezza. Ho lavorato come operatore socio sanitario e ho aiutato mio marito e mio figlio coi loro ristoranti. Ora, purtroppo, per via della malattia non posso più fare questo lavoro.
Il libro nasce allora dall’esigenza di raccontare una vita complessa, ricca di sfumature brune ma pure luminose’’. Scrivere è stato per Giuseppina Carnevale un esorcizzare il dolore. Uno strumento per vedere retrospettivamente ogni inciampo e ogni risalita. ‘’Il libro si conclude col matrimonio di mia figlia Monica – illustra – un evento molto positivo e ricco di speranza. Le pagine che ho scritto voglio si intendano nel suo senso più incoraggiante: si cade ma sempre ci si rialza. Là dove c’è un buio, c’è una luce. Con quello che ho messo nero su bianco voglio dire al lettore ‘Sì, ci sono anche io’.
Ho messo la mia vita, in cui ciascuno ha da riflettersi e creare un legame’’. Il libro è dedicato alle donne della famiglia di Carnevale. ‘’Tutte donne coraggiose – spiega – che hanno fatto scelte coraggiose. Sono tutte donne con un valore aggiunto, come credo ce ne siano in ogni famiglia’’. I ricavati del libro sono dati a un’associazione novarese che dà supporto alle famiglie con a carico disabili nella zona novarese. E del nuovo libro in preparazione si darà qualche contributo a Villa Gaia, una libreria innovativa per la parità di genere. ‘’Il problema della disabilità fa parte della mia vita – spiega – su più fronti che ho messo in luce nel libro. Ci sono momenti belli e momenti brutti: è la testimonianza di una vita. Ho tratto degli insegnamenti da ciascuno degli accadimenti. Voglio che la mia opera susciti un confronto col lettore, con la sua vita e con la società. Voglio lasciare il mio segno. Soprattutto perché, ancora oggi, la disabilità, tema nodale del libro, è ancora abbastanza trasparente nel comun vivere: né lo Stato né i concittadini ne riconoscono la portata per chi ci vive’’.
Vittorio Orsina