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MORATARA - Da luogo di arrivo dei pellegrini in transito sulla Via Francigena a centro di speranza, gioia e condivisione. Il ruolo dell’abbazia di Sant’Albino è quello di “accogliere” e lo farà anche il prossimo 25 dicembre, quando la sala capitolare ospiterà il “pranzo comunitario”. Il Natale è la festività in assoluto più “sentita” da tutti: il clima di gioia e felicità portato dai più piccoli, magari in attesa di un dono tanto desiderato, riesce ad avvolgere tutti in un abbraccio contagioso. Il dono, invece, per i più grandi può essere anche un gesto, una parola di conforto o di speranza. Insomma, una mano tesa.  Il giorno di Natale, a mezzogiorno, la sala capitolare accoglierà chi soffre per la solitudine, chi ha perso una persona cara, chi si trova in difficoltà economiche, chi si sente emarginato, chi è straniero o anche solo lontano da casa e dagli affetti più cari. Chi volesse partecipare può segnalare la propria adesione entro e non oltre venerdì 20 dicembre chiamando il recapito 0384 298609. Inoltre, se qualcuno fosse in difficoltà nel raggiungere l’abbazia di Sant’Albino può segnalarlo in fase di prenotazione in modo da organizzare il trasporto. L’invito è anche quello di lasciarsi coinvolgere, di lasciare da parte anche il comprensibile orgoglio che potrebbe frenare la partecipazione ad un evento realmente comunitario. Il senso è quello di un “qualcosa” che vada oltre il semplice pranzo, l’obiettivo è quello di coinvolgere anche quanti (a torto) magari si sentono lasciati ai margini. Tutte le persone, con i loro pregi e difetti, con le lore sensibilità, sono degli “unicum” importantissimi per la comunità. In un mondo ormai piegato agli ideali del consumismo, c’è chi sa ancora guardare alla persona. In un mondo che va sempre di più fretta, c’è ancora chi sa fermarsi e parlare ai cuori degli uomini. Il “pranzo comunitario” è, anche per questo, un segnale di speranza.