I cammelli spuntano come funghi! Il Comune deve pagare dopo 20 anni per l’esproprio ciclopedonale
Da un passato distante quasi vent’anni riemerge un altro “debito” al quale dovrà far fronte l’amministrazione comunale. Il pasticcio riguarda “l’esproprio fantasma” dei terreni sui quali è stata poi realizzata la pista ciclabile di strada Pavese. Una vicenda che costringe il governo cittadino a trovare tra le pieghe del bilancio un gruzzolo da 22mila euro da restituire ai cittadini. La ciclopedonale c’è, ma i cittadini che hanno ceduto parte della loro proprietà per la realizzazione dell’opera non sono mai stati liquidati.
Nel 2007 era stato redatto il computo della somma totale da liquidare ai soggetti interessati che, in precedenza, avevano ricevuto da parte dell’ente pubblico solo un acconto. L’ufficio Economato dell’epoca era quindi incaricato di formalizzare l’atto di compravendita e liquidare la somma totale di 14mila euro. Quel passaggio, non trascurabile, non fu mai completato. A distanza di quindici anni sembra che nessun atto sia stato portato a termine. Tanto che i creditori stanno ancora aspettando i soldi. La somma, indicizzata secondo l’Istat, è ora salita a circa 22mila euro. E pensare che la prima rendicontazione risale addirittura al 2003. Addirittura vent’anni fa.
Ma non è tutto, infatti il 2023 potrebbe non essere l’anno “buono” per la chiusura definitiva di questa vicenda tragicomica. L’assessore ai Lavori pubblici Andrea Olivelli ha però deciso di prendere, come si suol dire, il toro per le corna. Alla sua maniera, insomma. Il suo obiettivo è quello di sanare una questione aperta da oltre vent’anni e che, incredibilmente, non è mai stata presa in considerazione in modo adeguato dagli amministratori che lo hanno preceduto.
Luca Degrandi