Il Monumentale è un tesoro da riscoprire e proteggere, con Italia Nostra il catalogo delle opere d’arte al cimitero
Ogni cimitero è un luogo di ricordo e raccoglimento, ma quello di Mortara è anche un enorme museo composto da decine di opere d’arte, molto spesso sconosciute. Troppo frequentemente oggetto di furti e razzie. Infatti all’interno delle mura del “Monumentale” c’è un vero e proprio tesoro tra statue, sculture, altorilievi e dipinti. Quello che manca, però, è un censimento del patrimonio presente presso il camposanto. Così l’associazione lomellina di Italia Nostra ha deciso di compiere un lavoro di catalogazione unico. La proposta è stata avanzata dal presidente Carlo Protti (nella foto) e subito accolta dall’assessore alla Cultura Pierangela Salsa. “Recentemente il nostro cimitero è stato oggetto di furti – commenta il presidente Italia Nostra, Carlo Protti – non solo di metalli di facile mercimonio, ma anche manufatti di metallo pregiato, come il bronzo, e di fattura pregevole. In quest’ultimo caso a volte manca la documentazione fotografica alla denuncia del furto. Il nostro progetto è finalizzato a fornire la più ampia documentazione di questo patrimonio artistico e potrebbe trovare la giusta conclusione con una pubblicazione che possa raccogliere il materiale fotografico che andremo a raccogliere”. Il primo passo sarà quindi costituito da una campagna fotografica e di ricerca documentaria sul cimitero Monumentale. Oltre ad un’ampia indagine archivistica sulla parte architettonica, Italia Nostra ha intenzione di censire fotograficamente tutte le emergenze artistiche presenti nel cimitero: sculture bronzee e marmoree, affreschi e decorazioni, lapidi di particolare pregio, manufatti di ferro battuto. Le ore sono distribuite nelle cinque aree a pianta quadrata, due delle quali dalla pianta originaria principale e le altre tre frutto di ampliamenti firmati nell’Ottocento dagli architetti Carlo Morosetti, Angelo Colla ed Ernesto Pirovano. Molto rilevante anche l’impronta lasciata dal celebre scultore medese Felice Bialetti (1869-1906). L’opera più sontuosa è costituita dal una scultura di bronzo rappresentante l’allegoria dell’anima che sale verso il cielo. Fra gli affreschi Ferdinando Bialetti (1864-1958), fratello di Felice, ci sono due angeli che si guardano nella parete frontale della cappella Bianchi e una donna vestita di nero che depone un fiore su una tomba nella cappella Morelli-Carboni. Nel cimitero hanno lavorato anche gli scultori Francesco Barzaghi, Filippo Omegna, Gaudenzio Rossi e il pittore Silvio Santagostino.
Luca Degrandi