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Il silenzio è assordante. E dietro le transenne che da gennaio delimitano la facciata di palazzo Lateranense non si cela solo il pericolo del crollo di un paio di tegole, ma soprattutto c’è una “storia tesa” tra Provincia e amministrazione. Un rapporto istituzionale degno di due innamorati che si sono appena lasciati. Da una parte l’amministrazione (ri)vuole la disponibilità del Lateranense, anche per fare un intervento di recupero dell’immobile, e dall’altra c’è la Provincia che tace. Ma andiamo con ordine. Oltre un mese fa, il 23 gennaio, gli agenti della Polizia locale hanno transennato una ristretta area davanti al Lateranense. Questo perché è stata segnalata una tegola pericolosamente sporgente che rischia di precipitare in piazza Carlo Alberto. A distanza di un mese restano le transenne e i coppi sporgenti. Però l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Olivelli punta il dito contro l’ente provinciale, assente non giustificato in una vicenda che si trascina da mesi. Infatti è da tempo che l’assessore aspetta dalla Provincia la cosiddetta retrocessione del bene, primo passo indispensabile per l’avvio di qualsiasi progetto di recupero dell’immobile. 
“Ad ogni campagna elettorale – spiega l’assessore Andrea Olivelli – tutti gli aspiranti sindaci hanno messo nel loro programma il recupero di palazzo Lateranense. Noi abbiamo ragionato su quello che è invece possibile fare, senza perderci nella stesura del cosiddetto libro dei sogni. Il lavoro è iniziato nel maggio scorso. In quel periodo ho verificato lo stato dei luoghi. Mi sono reso conto che tanti sono gli interventi da fare, ma nessuno è realmente impossibile. Tuttavia ci sono dei passaggi burocratici da portare a termine. La prima cosa che ho fatto è stata la richiesta formale, rivolta alla Provincia di Pavia, della retrocessione delle aree di nostro interesse. Ad oggi l’intero immobile è di competenza della Provincia. Dal 2004 al 2019 i locali erano adibiti ad aule per la scuola professionale. Ora restano solo le cucine, mentre tutta la parte della vecchia Travelli e un pezzo della Josti sono libere. Sono queste le parti, assieme al cortile e a tutta la recinzione, che abbiamo espressamente chiesto alla Provincia. L’accordo, che abbiamo scritto e inviato alla Provincia, deve essere solo firmato. Eppure da oltre un mese attendiamo una risposta. Se ci fosse stato qualcosa da modificare nel testo del documento avrebbero potuto dircelo. Invece la risposta è stata solo un lungo silenzio”. Questo è il passaggio numero uno. Se il bene non entra in possesso del Comune di Mortara, l’ente pubblico non può intervenire in nessun modo. “Inoltre per sistemare quelle due tegole – aggiunge l’assessore – dovrei spendere almeno 700 euro per il noleggio di una piattaforma e l’impegno di almeno due operai. Considerando che le transenne non intralciano il traffico e non impediscono gli spostamenti dei pedoni, ritengo che non sia sbagliato attendere una risposta da parte della Provincia. Quando avremo la piena disponibilità dell’immobile, allora penseremo ad un intervento più generale”. 
L’ente Provincia è amministrato dalla coalizione di centordestra. Tuttavia sembra mancare un filo diretto tra Mortara e il capoluogo di provincia.  
La mancanza di una personalità come quella della mortarese Daniela Bio si sente, eccome. Infatti l’ex vicepresidente Daniela Bio si è sempre spesa per la sua città e ha spesso “suonato la sveglia”, anche nei confronti del presidente Giovanni Palli, per segnalare le esigenze di Mortara.

Luca Degrandi