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MORTARA - La Casa di comunità di Mortara nascerà a settembre. La conferma è arrivata lunedì scorso, 17 aprile, dallo stesso direttore generale Marco Paternoster nel corso della Conferenza dei sindaci dell’Asst Pavia. Si tratta di un nuovo modo di pensare e offrire sanità pubblica. La Casa di comunità è il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria. I nuovi progetti, previsti rispettivamente nelle città di Vigevano, Mede e Mortara, hanno come scopo quello di fornire un’assistenza integrata alla popolazione in una sorta di poliambulatorio. Un luogo in cui dovranno confluire specialisti nel settore sanitario e personale socio-sanitario.
“Nel corso della Conferenza di lunedì – spiega il sindaco Ettore Gerosa, che è anche presidente della Conferenza dei sindaci – è stato illustrato un crono programma di massima che porterà alla realizzazione dei progetti previsti dalla riforma sanitaria. Una riforma che coinvolge direttamente le realtà di Mede e di Mortara. Il primo traguardo è stato fissato per il mese di settembre. Il direttore generale ha fissato per quel periodo l’avvio, per quanto riguarda Mortara, della Casa di comunità. Inizialmente il nuovo servizio integrato sarà offerto presso i locali attualmente non utilizzati presso l’Asilo Vittoria. Ci sono alcuni spazi liberi al piano terra, nella zona dell’ex bar, mentre altre aree sono state individuate al primo piano, nell’area della chiesetta. Successivamente dovrebbe essere anche completata una struttura in muratura per dare piena attuazione alla riforma. Tuttavia per questa seconda fase non ci sono state date delle date precise da parte di Asst”.
Le Case avranno quindi la funzione di garantire il collegamento tra ospedale e territorio. Lo faranno attraverso la presenza di infrastruttura tecnologica multiprofessionale. In particolare è contemplata anche l’attività dei medici di Medicina generale e dei pediatri di libera scelta. In altre parole la Casa di comunità dovrebbe anche diventare la “casa” di  tutti quei professionisti che vorranno riunirsi in cooperativa o stabilire altre forme di collaborazione. La rete dei servizi coinvolgerà anche le farmacie convenzionate, i consultori, gli assistenti sociali e il sostegno psicologico. Tutti questi presidi dovrebbero essere compresenti nelle Case di comunità. Il secondo importante passo della riforma contempla la nascita degli Ospedali di comunità.
“Anche in questo caso – prosegue il primo cittadino – ci è stata fornito una tabella di marcia di massima che prevede per Mortara la nascita dell’Ospedale di comunità per la fine del 2024”. L’Ospedale di comunità è una struttura di ricovero ad alta integrazione socio sanitaria e socio-assistenziale, con un livello di cure brevi ed “intermedie”, che si collocano tra il ricovero ospedaliero (tipicamente destinato al paziente acuto), e le cure territoriali o domiciliari. I ricoveri sono destinati a pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica, di livello intermedio tra la rete territoriale e l’ospedale, di norma dotati da un minimo di 20 posti letto ad un massimo di 40. La gestione è prevalentemente infermieristica. Per Mortara potrebbe voler dire il mantenimento della chirurgia a bassa intensità di cure e la valorizzazione dell’area riabilitativa. Oltre che l’ampliamento dell’attività ambulatoriale.

Luca Degrandi