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L’ordinanza per la rimozione dei rifiuti del caseggiato demolito in via Trento è scaduta lo scorso 4 luglio. Ma le macerie, come era prevedibile, sono ancora tutte lì. Così ora tocca al Comune intervenire… e scucire. Insomma, paga pantalone. Ci vorranno 10mila euro per la rimozione dei rifiuti. 
“Con era ampiamente prevedibile, - spiega l’assessore Andrea Olivelli – una volta trascorsi i 30 giorni, non c’è stato alcun intervento da parte dei privati. Tuttavia l’ordinanza era un passaggio necessario per arrivare a questa seconda fase che implica l’intervento diretto dell’ente pubblico. Ora cocca a noi. Abbiamo già incarico ad una ditta di Tromello di eseguire la caratterizzazione del prodotto. Infatti, per legge, è necessario avere un quadro esatto del rifiuto da smaltire. Sapere esattamente ciò che viene rimosso è indispensabile per eseguire lo smaltirlo nei modi e nei luoghi idonei. Abbiamo il preventivo della LC scavi di Cilavegna per la rimozione: costerà 10mila euro”.
Il recupero delle spese sostenute dall’ente pubblico è tutt’altro che scontato. Gli eredi diretti dell’ormai ex rudere di via Trento non hanno mai accettato l’eredità. Ma nemmeno l’hanno rifiutata. La situazione è quindi impantanata in una sorta di limbo. Qualora l’eredità dovesse essere rifiutata l’area entrerebbe in possesso del demanio. In quel caso tutte le spese sarebbero state in capo al Comune, senza se e senza ma.  L’edificio pericolante era stato demolito il 15 novembre 2022. 
“Lo sviluppo più probabile – prosegue l’assessore con delega all’ambiente Andrea Olivelli – è che il Comune finirà con l’entrare in possesso del bene in modo da rientrare dei costi sostenuti fino a questo momento. Ricordo anche che la demolizione dell’immobile pericolate non era più differibile per ragioni di sicurezza”.

Luca Degrandi