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La tassa rifiuti si fa più pesante con un aumento del 5 per cento. In soldoni si traduci in incremento di 136mila euro da “spalmare” tra utenze domestiche e non domestiche. Ne discuterà il consiglio comunale convocato per lunedì 3 aprile. La revisione delle aliquote Tari non può essere evitata. La considerazioni da cui non si può prescindere è infatti che i costi del servizio, per legge, devono essere interamente coperti dagli introiti del tributo. A completare il quadro ci sono gli aumenti del costo del carburante e dello smaltimento. Inevitabile  quindi anche l’aumento dei costi per l’ente pubblico e, in ultima analisi, per i cittadini. Così si spiega la “stangatina”.
“Si tratta di una manovra alla quale non ci possiamo sottrarre – spiega l’assessore alle finanze Renato Ferraris (nella foto)  – ma che dobbiamo gestire con intelligenza e buon senso. I nostri obiettivi sono quindi due. Da un lato gestire la distribuzione di questo rincaro in modo da tutelare le fasce più deboli e le famiglie. Sono state fatte diverse simulazioni per trovare la soluzione migliore. La decisione è quindi quella spalmare il peso di questo aumento del 5 per cento tutelando maggiormente le famiglie. Infatti la revisione della Tari è distribuita per il 40 per cento sulle utenze domestiche e per il 60 per cento su quelle non domestiche. Per dare un’idea più concreta si tratta di una somma che va dai 5 ai dieci euro in più all’anno per un’utenza domestica. Il secondo aspetto da prendere in considerazione è la qualità del servizio. Questa rappresenta l’altra faccia della medaglia, sulla quale stiamo lavorando molto. Vogliamo offrire il miglior servizio possibile. È nostro compito organizzare i servizi e programmare gli investimenti in modo tale che i cittadini possano usufruire delle condizioni migliori ai costi più vantaggiosi e commisurati a quanto offerto. Per quanto riguarda la Tari, la tassa rifiuti, è opportuno ragionare a medio-lungo periodo. I benefici sui cosi del servizio, e quindi i risparmi, si potranno vedere quando la nuova piazzola ecologica di via Cassagalla sarà a regime e quando sarà assegnato, nel 2023, il nuovo appalto per la raccolta rifiuti. Fino ad allora il peso della tassa rifiuti sarà determinato da scelte che non abbiamo fatto noi”. 
Il maggior gettito per la tassa rifiuti, pari al 5 per cento, è di 136mila euro. Nel 2023 il gettito Tari sarà quindi di due milioni e 830mila euro, rispetto ai due milioni e e 694mila euro del 2022. Questi suono i numeri sulla carta. Poi i conti si fanno anche con i “paga no”, quelli che non pagano le imposte comunali. Sul versante del recupero delle entrate, tributarie e non tributarie, sino al 2019 è stata utilizzata l’ingiunzione fiscale come unico strumento di recupero coattivo.
“La diffusa crisi economica, il rincaro delle materie prime inseguito alla guerra in Ucraina – commenta l’assessore Renato Ferraris - e le difficoltà finanziarie portano ad una richiesta dei contribuenti di poter accedere alla possibilità di rateizzare il debito, spostando in avanti nel tempo gli effetti finanziari di cassa dell’entrata sul bilancio dell’ente. Il servizio al momento è gestito dal Comune con l’ausilio tecnico di una società esterna, per quanto concerne l’Imu, che gestisce le procedure relative alle ingiunzioni, mentre le successive azioni esecutive sono espletate da un concessionario della riscossione individuato tramite gara. Particolare attenzione viene rivolta alle attività che riguardano il recupero del tributo sui rifiuti, che presenta una significativa percentuale di insoluto dopo la prima emissione".

Luca Degrandi