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MEDE – Addio per sempre alla ruggine di oltre un secolo. Mentre crollava il campanile di San Marco a Venezia, nel 1902, veniva posata la pietra di quello di Mede, dedicato ai santi Marziano e Martino. Sarebbe stato completato due anni dopo. Adesso, a 116 anni di distanza, torna a risplendere: in questi giorni sono stati rimossi i ponteggi, montati a giugno. Esulta il parroco, don Renato Passoni. I lavori sarebbero dovuti iniziare prima, poi ecco le solite lungaggini dovute alla pandemia. Anche nella fase di rimozione delle impalcature il Covid ha messo lo zampino: alcuni operai della ditta milanese che se ne occupava sono risultati positivi, dilatando ulteriormente i tempi. “In questi ultimi mesi – racconta il sacerdote – le bombe d’acqua hanno fatto staccare parti d’intonaco e creato problemi al tetto. I fulmini colpivano i calcinacci facendoli rovinare a terra, da un’altezza di più di 60 metri, e le lastre del bellissimo tetto. Peraltro abbiamo scoperto soltanto adesso che il tetto è in quarzite. Pensavamo fosse stato realizzato in eternit o qualcosa di simile, comunque con un materiale di scarso valore. Invece è bellissimo”. L’ingegnere che ha progettato il campanile di Mede (nella foto di Mauro Ottonelli), una vera e propria “matita” che si staglia nel cielo, era Crescentino Caselli, professore presso la Regia Accademia di Belle Arti di Torino. Ha lavorato a Venezia ma per consolidare un altro pinnacolo, quello della più popolare chiesa di Santo Stefano. “Il costo degli interventi, che comprendono anche quelli futuri alla facciata della chiesa e a una parete laterale – prosegue don Renato Passoni – ammontano a 263mila euro. Il 70 per cento circa arriva dall’8xMille. La Fondazione Comunitaria, tramite la vittoria di un bando da parte nostra, ha inoltre stanziato 24mila euro. Il resto arriva dalle offerte e dalle casse parrocchiali. La mia sensazione e quella di tutti i fedeli è quella di una rinnovata bellezza. La sorpresa e la meraviglia ha riguardato il tetto. La pulizia ha portato a questa “scoperta” di una copertura policroma, bellissima. Inoltre è stata collocata una rete metallica, che dal basso non si vede, per evitare che in futuro altri pezzi cadano sul piazzale. I medesi gioiscono, io dico “grazie” a tutti quei concittadini che, senza saperlo, ponendo la firma nel modello 730 per l’8xMille, hanno reso possibile tutto questo. La Conferenza Episcopale Italiana predispone sempre con gli stessi fondi anche cifre importanti per aiutare i bisognosi. Denaro di cui anche la Caritas parrocchiale usufruisce”. Le priorità pre Covid erano inverse: prima la facciata, poi il campanile. Ma i cedimenti, oggettivamente pericolosi, hanno fatto cambiare idea alla Diocesi. Nella balconata e nella cella campanaria è stato installato anche un “impianto anti piccioni” per evitare l’accumulo di guano. Proprio il guano unito alla pioggia incessante ha costretto ad annullare la cronoscalinata del novembre 2019, che avrebbe premiato l’atleta che saliva tutti i gradini più velocemente degli altri, per motivi di sicurezza. L’edizione 2020, ovviamente, non si è nemmeno potuta organizzare. “In primavera – conclude don Renato – inizieranno i lavori alla facciata e a una parete laterale. Necessitano di un’intonacata, siccome il colore risale ai primi del ‘900. Intanto ci godiamo un campanile senza più copertura”.Davide Maniac