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MORTARA - Martedì 29 ottobre, alle 17, presso la Biblioteca Civica Pezza di Mortara, si inaugura una mostra che racconta l’evoluzione della scuola in Lomellina dagli anni Trenta agli anni Cinquanta del Novecento.  La mostra, curata dall’archivista Marta Bonzanini (nella foto), offre una panoramica affascinante e dettagliata delle trasformazioni che hanno caratterizzato l’istruzione in questo periodo cruciale della storia italiana. Attraverso documenti ufficiali, fotografie e testimonianze di maestri e alunni, i visitatori potranno immergersi in un viaggio nel tempo che parte dalla rigida disciplina delle scuole di regime, passando per le difficoltà del dopoguerra, fino ad arrivare alle prime speranze di ricostruzione e rinascita.  Tra i documenti esposti, spiccano quelli della Carta della Scuola voluta dal ministro Bottai, che delineava le linee guida dell’educazione durante il regime fascista. Accanto a queste carte, trovano spazio testimonianze che raccontano la lotta contro la tubercolosi, l’istituzione della festa degli alberi e la creazione degli orti di guerra, pratiche che avevano lo scopo di educare i giovani al rispetto per la natura e al lavoro manuale. Particolarmente curiose sono le carte che testimoniano l’allevamento dei bachi da seta nelle aule e l’insegnamento della protezione antiaerea sul finire degli anni Trenta, segno di un’epoca in cui la guerra iniziava a farsi sentire anche sui banchi di scuola. La mostra, però, non si limita a presentare i documenti ufficiali.  Ad arricchire il percorso espositivo ci sono le relazioni di maestre di Mortara e Garlasco, che offrono uno spaccato della vita scolastica dell’epoca e dei programmi di lavoro che puntavano all’introduzione dei piccoli al mondo del lavoro. Di grande interesse anche il racconto di una maestra di Vigevano sulla visita ad una ditta di prodotti chimici, compilato insieme ai suoi alunni.  Un ruolo importante nella mostra è riservato anche alle testimonianze dei bambini stessi, con temi e disegni che restituiscono le loro impressioni sulle opere pubbliche realizzate dal regime, sulla “crociera atlantica” di Italo Balbo e su “cose nuove” viste e imparate a scuola. Con l’entrata in guerra dell’Italia, le scuole si trovano a dover affrontare nuove difficoltà: dalla riduzione dell’orario scolastico per la mancanza di combustibile per il riscaldamento, all’occupazione degli edifici scolastici da parte delle truppe tedesche dopo l’Armistizio, fino al bombardamento di alcuni di essi da parte degli Alleati.  La fine della guerra non porta subito la pace nelle scuole, che devono fare i conti con macerie, strade dissestate e la miseria delle scuole rurali.  Ma tra le difficoltà emergono anche segnali di speranza: nel 1947, ad esempio, i bambini ringraziano la Croce Rossa Americana per le forniture di dentifricio, segno di una lenta ma progressiva ripresa.  La mostra è un’occasione unica per rivivere una pagina importante della nostra storia attraverso documenti, fotografie, temi e giornali scolastici che raccontano la fatica di un cammino verso una scuola che si avvia ad insegnare i valori della pace e della democrazia. 

Vittorio Orsina