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Da rifiuto a risorsa. Sarebbe questa la formula, per nulla segreta, che dovrebbe rendere indispensabile e imprescindibile la raccolta differenziata. Ma il condizionale, purtroppo, in molte situazioni è d’obbligo. Come a Mortara. Che da anni vive in un paradosso che pesa sui cittadini e sulle loro tasche. Il sistema di raccolta porta a porta, che è uno dei sistemi possibili per la differenziata, non ha mai portato i benefici economici sperati dai mortaresi e annunciati dalle amministrazioni del passato.
Ma non basta puntare il dito su un sistema porta a a porta con molti difetti, e su una gestione politica del Clir, il consorzio nato per occuparsi di raccolta e smaltimento rifiuti, che grida vendetta. La realtà cittadina della differenziata è anche costellata di errori ed orrori. Infatti la differenziata prima di tutto parte dalle persone. Che non sempre fanno la cosa giusta. Lo si vede con frequenza. Basta fare un giro per le strade cittadine. Ad esempio il martedì sera, giorno in cui dovrebbe essere esposta la carta, compare lungo le strade di tutto.
La carta viene talvolta messa in sacchi di plastica. Altre volte oltre alla carta c’è il sacco nero. Tuttavia la mattina seguente tutto viene ritirato comunque. E si alimenta il dubbio che questa differenziata non differenzi poi molto. Un tema che non incide solo il costo bollette e sul “peso” della tariffa rifiuti. Basta volgere lo sguardo un po’ più in là per capire che è il futuro delle generazioni che verranno ad essere in gioco. Così arriva un appello accorato da parte di Federica Rufo, consigliere di maggioranza della lista civica ViviAmo Mortara e delegata dallo stesso sindaco ad occuparsi dei temi ambientali. Quello del consigliere comunale è un accorato invito a fare uno sforzo di attenzione in più. “Sono le persone a fare la differenziata – spiega Federica Rufo – ed è nostro dovere prendere coscienza dell’importanza di sottrarre materiali preziosi, come ad esempio la carta, alle discariche per dar loro nuova vita. Si tratta prima di tutto di un’operazione di buon senso. Ci vuole più consapevolezza e più informazione”. La transizione verso un’economia circolare richiede la partecipazione e l’impegno di diversi gruppi di persone. La politica deve fare la sua parte. La piazzola ecologica è una necessità impellente e non più procrastinabile. È responsabilità della classe politica offrire alle persone le condizioni migliori per smaltire in modo corretto i rifiuti.  Ma non basta.
“Il mio appello nei confronti di tutti – conclude - non è solo quello di prestare attenzione a come si differenzia il rifiuto. Sembrano dettagli, però è importante non contaminare la carta con plastiche o con altri tipi di imballaggi. Anche se la mattina seguente l’immondizia viene ritirata, non significa aver fatto la cosa giusta”. Inoltre al sistema di riciclo deve essere affiancato un uso consapevole delle risorse. Produrre meno rifiuti è un secondo obiettivo che le società avanzate non possono più ignorare. 

Luca Degrandi