Login / Abbonati

CANDIA – È febbraio ma sembra luglio, non solo per gli splendidi e caldi pomeriggi di sole dei giorni precedenti, ma anche per il livello idrometrico. I fiumi sono un rigagnolo. Ormai non piove quasi più. “L’acqua del Sesia – è l’allarme del sindaco di Candia, Stefano Tonetti (nella foto) – in questa stagione dovrebbe essere alta almeno un metro in più. Invece il livello è pari a quello dell’aridissima estate scorsa. Se usassimo quest’acqua per irrigare, svuoteremmo il fiume. Per questo ho deciso di non coltivare riso quest’anno, ma di “convertirmi” su piante che “bevono” di meno”. Stefano Tonetti infatti è agricoltore. La sua azienda agricola si trova nella frazione di Terrasa, sulle rive del fiume ai confini col Piemonte. “La crisi economica nel settore “morde” – aggiunge – ma io per ora riesco a resistere proprio per aver optato su cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, avena), di minore valore economico ma che consentono anche di spendere meno. Spero di poter gestire due raccolti annuali, non escludo di essere costretto a una singola produzione sempre per via della carenza di acqua”. 
Ulteriori terreni prima coltivati a riso vengono ora seminati a soia e mais, con irrigazioni turnate. Il riso vorrebbe acqua costante e turnazioni più ravvicinate. “La speranza ultima – prosegue il sindaco-agricoltore – è che in primavera piova tanto. Non parlo certo di qualche temporale ogni tanto, ma di precipitazioni cospicue da aprile a giugno che consentano di riempire i fiumi. Se anche i prossimi mesi fossero secchi, sarebbe davvero una catastrofe”. 
La soia infatti è un ripiego, e può reggere fino alla fine di giugno. La Costa d’Avorio, con la collaborazione avviata nelle scorse settimane con Candia proprio per esportare le nostre conoscenze in un Paese che vuole aumentare la produzione di riso, ora sembra davvero un’opportunità.

Davide Maniaci