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E’ partito in questi giorni il tesseramento al Comitato locale della Croce rossa, con l’obiettivo di di superare le 369 tessere registrate l’anno scorso. Diventare sostenitore è facile, basta versare 20 euro (somma decisa da Roma), ma soprattutto è utile: prima di tutto è importante per aiutare il prossimo e, inoltre, la piccola somma rappresenta una grande mano per i volontari di viale Capettini. I problemi di bilancio del Comitato sono noti. Le difficoltà economiche erano state rese pubbliche dallo stesso presidente Umberto Fosterni che nell’estate scorsa aveva lanciato un accorato appello: aiutateci ad aiutarvi! Come? Il tesseramento è un modo immediato per sostenere l’azione degli angeli del soccorso. Nel giugno del 2023 i soci della Croce rossa mortarese erano 63. Dopo  il grido d’allarme lanciato da Umberto Fosterni, rivolto soprattutto alle istituzioni che ancora sembrano non aver fatto molto, c’è stato un boom di adesioni. Alla fine del 2023 il tesseramento aveva così raggiunto quota 369. 
“Abbiamo ricevuto una grande dimostrazione di affetto e di vicinanza da parte di tutta la città – commenta Umberto Fosterni – e per noi il rinnovo della tessera è molto importante”. Grazie al tesseramento ne 2023 il Comitato ha incassato circa settemila euro a fronte di un bilancio che registra un passivo di trentamila. Con la tessera si accede anche al diritto ad alcuni sconti in diverse attività della città di Mortara. L’autonomia economica dei comitati locali è iniziata nel 2014 con la privatizzazione della Croce rossa. Oggi la Croce rossa è un’associazione privata con tredici dipendenti e circa duecento volontari. Ma la crisi è stata accelerata dalla pandemia Covid che, nel solo 2020,  ha portato alla spesa di 92mila euro per mascherine, tute speciali e calzari necessari per garantire la sicurezza di dipendenti e volontari impegnati in un’encomiabile e febbrile attività sul territorio. In quel buio periodo la Croce rossa ha continuato a lavorare stringendo i denti, nonostante l’immenso pericolo. Ma ad un costo economico altissimo. Con il ritorno alla “normalità” sono ripresi anche i servizi per gli ospedali, ma la loro remunerazione è bassa. In grado, a malapena, di coprire il costo di un dipendente. Quando invece il servizio richiede l’impegno di due persone. Come se non bastasse servizio Areu 118  rimborsa solo una parte delle spese dei dipendenti (8 su 12).  In queste condizione è inevitabile che negli ultimi tre anni i bilanci della Croce rossa locale chiudano in perdita per importi da 50 a da 32mila euro l’anno.

Luca Degrandi