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In sei mesi di calcio giocato ha fatto la parte del killer ogni volta che gliene si è presentata l’occasione, garantendo alla sua squadra gol che hanno poi pesato come macigni nella classifica finale.Nome: Matteo Cognome: BianchiSquadra di appartenenza: SupergaRuolo: attaccante Possiamo dire che questa è stata una stagione tutto sommato positiva per lei e la squadra?“Siamo partiti inizialmente un po’ sottotono crescendo poi nel finale. Come gruppo cerchiamo sempre di non porci obiettivi sin dall’inizio ma costruirli con il tempo e i playoff erano ciò che volevamo. A livello personale così e così, ho segnato meno rispetto agli anni precedenti e mi sono messo più a disposizione della squadra fornendo tanti assist e procurando qualche rigore ogni tanto. Nell’ultimo periodo c’era grande entusiasmo per il momento positivo e dispiace averlo interrotto così”.Crede che la recente chiusura dei campionati influirà sul prossimo anno calcistico?“È tutto un grande punto interrogativo. Le società dilettantistiche saranno inevitabilmente colpite sul piano economico e bisognerà ingegnarsi per ripartire nel miglior modo possibile. Poi le ipotesi circolate recentemente sulle modalità di promozione non mi convincono granché. Fosse per me, una soluzione potrebbe essere la promozione diretta della prima in caso di abbondante vantaggio sulla seconda, e così anche per quelle che si trovano in fondo alla classifica. O magari dei playoff per decidere i posizionamenti di quei tabelloni particolarmente corti, anche se giocare a luglio la vedo molto difficile”.L’arresto del torneo vi ha negato qualche soddisfazione particolare a livello sportivo?“C’è rammarico per la mancata partecipazione ai playoff. Ogni anno il desiderio è sempre di arrivare più in alto possibile con la squadra e a livello personale migliorare lo score realizzativo. Mi sarebbe piaciuto vincere nuovamente il titolo di capocannoniere e probabilmente ci sarei anche riuscito data la mia media nelle ultime uscite. Spesso mi capita di non segnare per molte partite e poi fare l’en plein in quelle dopo, è qualcosa che mi sono sempre portato dietro”.Parliamo invece del suo lavoro con una realtà particolare come quella giovanile“Ho iniziato come aiuto allenatore ma sono stato subito travolto dalla passione che mi hanno trasmesso i ragazzi. Cerco di insegnare loro dei valori che vadano oltre all’aspetto meramente tecnico e spero che tra 15 anni si ricordino di me per quello che ho provato a infondergli.Mattia Spita