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ROBBIO - L’allarme Coronavirus non ha risparmiato neanche il calcio dilettantistico lombardo, costretto ad arrestarsi per la seconda giornata consecutiva. Le quindici squadre ferme ai box approfitteranno (si fa per dire) del turno di riposo per tirare le somme della stagione corrente e pianificare i propositi per il futuro. Tra queste c’è il Robbio del neo allenatore Barbin, subentrato in corsa al dimissionario Pochetti. L’ex grigio ha collezionato una serie di risultati altalenanti e ha dovuto far fronte alla poca dimestichezza col gol dei suoi. Uno che però ha dimostrato un certo feeling con la rete è il ventitreenne Anderson Abrazhda (nella foto), vice-cannoniere della squadra con sei gol all’attivo. Anderson, quali sono i tuoi obiettivi personali e di squadra per il prosieguo della stagione?“Voglio dare il massimo e aiutare la squadra a salvarsi il prima possibile per stare in serenità. Noi restiamo concentrati sulla salvezza che rimane in cima alla nostra lista dei desideri, poi se dovesse arrivare qualcosa di più importante lo coglieremo. Personalmente invece, mi piacerebbe arrivare in doppia cifra”.Si può dire che il cambio in panchina vi ha fatto bene? mentalmente cos’è cambiato?“Beh direi di sì. Ci ha dato uno scossone generale necessario per invertire la rotta, perché non stavamo andando bene. Partiamo dal presupposto che sono due allenatori caratterialmente molto diversi, Barbin è stato bravo a trasmetterci tanta serenità e tanta personalità. Prima eravamo impostati a un calcio che non riuscivamo a concretizzare, ora invece abbiamo un gioco diverso e crediamo molto di più nei nostri mezzi, e grande merito va al mister”.Quale credi sia la forza del vostro gruppo? e la debolezza invece?“La forza del nostro gruppo è sicuramente l’amicizia che si è creata all’interno dello spogliatoio, siamo una squadra molto unita ed è quello che si vede anche in campo. Ognuno di noi dà sempre il cento per cento per il collettivo. Forse a livello mentale siamo un po’ deboli, sbagliamo l’approccio col match. Non puoi sempre cominciare a giocare dopo un gol subito, per me è fondamentale partire forte dal primo minuto e indirizzare la gara a tuo favore. Dobbiamo agire, non reagire”.Infine, un parere sul perché di questi risultati a intermittenza della squadra.“Credo che il motivo principale sia il fattore psicologico. Molto spesso tendiamo ad accontentarci dopo delle belle prestazioni invece di proseguire su quei passi. E’ una cosa che rimprovero a me stesso e alla squadra ed è sotto gli occhi di tutti. Al posto di dormire sugli allori dovremmo dare il massimo per tutti i novanta minuti e arrivare a porci obiettivi più importanti di una semplice salvezza”.E chissà che per Anderson e compagni questa pausa non segni una svolta, ancora una volta nel segno del mancino ex Geno