Cai Mortara: l’attesa ciaspolata è già in partenza per la val d’Ajas, poi due giorni sull’alpe Devero. In primavera escursione nella foresta della Deiva e insieme alla Pro loco a piedi sull’isola Gallinara
Lasciata alle spalle, si spera veramente, la pandemia, riprende in pieno l’attività della sezione Cai Mortara. Per tutti i soci resta sempre aperta la sede di piazza Trento il giovedì sera, quale momento di confronto per scambiarsi informazioni sulle escursioni fatte o magari per concordare una camminata in compagnia. Oltre alla possibilità di programmare uscite personali o tra amici, il Cai Mortara, come è ormai tradizione, propone un calendario di gite in montagna che iniziano nel mese di gennaio e si concludono in autunno inoltrato.
I primi trekking avvengono ancora nella stagione invernale e per questo sono tutti improntati alle escursioni con le ciaspole. La prima uscita è prevista in val d’Ajas, una laterale della Valle d’Aosta alla sinistra orografica della Dora Baltea. È quindi programmato un weekend di due giorni nella spettacolare conca dell’alpe Devero, una delle più belle delle nostre alpi dove si trova il rifugio Castiglioni. La stagione delle ciaspole si conclude all’alpe Faller, dietro Alagna Valsesia, dove sorge il rifugio “Grande Halte Città di Mortara”.
In primavera, abbandonate le racchette da neve, si inizia a camminare e in questa stagione dal tempo ancora fresco l’ideale è un’escursione in Liguria nella foresta della Deiva che si trova nel parco del Beigua, sul Sassello. L’11 giugno è poi in programma un’uscita in collaborazione tra il Cai Mortara e la Pro loco Mortara che ha come meta Portovenere e la possibilità di percorrere a piedi l’isola Gallinara. A fine giugno si torna in Valle d’Aosta e precisamente in Valsavaranche dove si percorre il vallone di Levionaz noto anche per la sua casa reale di caccia. Anche a luglio si torna in Valle d’Aosta, prima per un’escursione da Estoul (Brusson) a Punta Regina, quindi per una traversata più impegnativa in Valpelline al rifugio Nacamuli al Col Collon, per finire con il Vallone della Legna (Vallée de l’Alleigne), un’area naturale protetta nella più vasta zona del Mont Avic. Il 10 settembre c’è poi il tradizionale ritrovo, aperto a tutti i soci e amici, al rifugio “Città di Mortara”. Ma altre uscite sono in programma in autunno compresa quella promossa dalla Ticinum, l’organizzazione stabile di nove sezioni del Cai, tra le quali anche Mortara.
Se le escursioni sono il piatto forte, non mancano anche le occasioni di intrattenimento e cultura, come le serate delle proiezioni che vengono stabilite di volta in volta: la prima è per il 27 gennaio al Civico 17 con Veruska Besozzi dal titolo “Scalando Passo dopo Passo”. Inoltre, anche per la stagione 2023, il Club alpino italiano promuove il corso di sci di fondo della scuola di sci alpinismo Val Ticino “Remo Gulmini”, diretto da Antonio Alcini con il vice Davide Bressanin. La quota di partecipazione è fissata per 90 euro per gli adulti e di 45 euro per i ragazzi fino a 16 anni di età. Le lezioni sono iniziate lo scorso mese, ma c’è ancora tempo per iscriversi e partecipare alla prima uscita pratica. E’ in programma per domani, 15 gennaio. Ne seguiranno altre cinque, per un totale di sei uscite pratiche che completano l’offerta composta anche da tre sessioni di allenamento, focus mirati sull’alimentazione, due lezioni sulla topografia e sull’orientamento e anche una lezione di primo soccorso che si terrà per tutti gli iscritti giovedì 23 febbraio nella sede Cai di Vigevano.
Sempre nella sede vigevanese, la chiusura del corso il prossimo 3 marzo. Prima però le sei uscite pratiche, già in calendario nelle seguenti date: 15 gennaio, 22 gennaio, 5, 11 e 12 febbraio (con questi due appuntamenti a cura della svizzera W.E. Engadina) e infine del 26 febbraio. Per tutte le informazioni e le iscrizioni al corso è possibile contattare il direttore Antonio Alcini al numero 328 8231318 oppure il vicedirettore Davide Bressanin (346 4776867). Di seguito il calendario completo degli appuntamenti del corso con le sedi di svolgimento e l’argomento trattato. Il primo è avvenuto mercoledì 11 gennaio, con il focus sulla tecnica dello sci di fondo e la progressione presso la sede Cai di Vigevano. Poi la prima uscita pratica di domenica 15 gennaio, l’allenamento sulla progressione del 18 gennaio alla sede Cai di Vigevano, la seconda uscita pratica domenica 22 gennaio, le due lezioni sull’alimentazione con allenamento il 27 gennaio presso la sede del Cai Pavia e il 31 gennaio presso quella di Boffalora, la terza uscita pratica del 5 febbraio seguita dal doppio appuntamento con la quarta e la quinta consecutive (11 e 12 febbraio) a cura della W.E. Engadina, le due lezioni sulla tipografia e l’orientamento in calendario il 16 febbraio nella sede Cai di Abbiategrasso e poi il 21 febbraio in quella di Pavia, l’importantissima lezione speciale sul primo soccorso il 23 febbraio nella sede di Vigevano, la sesta uscita pratica di domenica 26 febbraio che conclude il programma e infine nella sede del Cai Vigevano la chiusura del corso di sci di fondo il 3 marzo. C’è poi un luogo che rimane da decenni particolarmente caro agli appassionati della montagna e più in particolare ai frequentatori e agli iscritti della sezione mortarese del Cai. Si tratta del rifugio “Città di Mortara”. E’ il simbolo autentico dell’attività della sezione. Un edificio che rappresenta senza dubbio anche in modo plastico la presenza degli appassionati mortaresi della montagna nei luoghi di alta quota. Sorto addirittura all’inizio del Novecento, l’edificio inizialmente ospitava un albergo, che per diversi decenni ha svolto il ruolo di importante e frequentata tappa per la salita al Col d’Olen e da lì alla Capanna Margherita, fino alle cime del Monte Rosa. Acquistato nel 1946 dalla sezione di Mortara del Club alpino italiano, ha assunto poi la denominazione “Rifugio Città di Mortara”, divenendo così a tutti gli effetti un rifugio alpino sulle vette dell’alta Valsesia. Nel corso degli anni la struttura è stata profondamente ristrutturata, grazie proprio alla passione del club di Mortara e soprattutto dei suoi iscritti. Conserva molti degli arredi d’epoca originali, mantenendo così integra la suggestione di un locale alpino storico, al quale però si aggiungono i comfort moderni per soggiorni immersi nell’atmosfera ricca di calore.
Riccardo Carena