Basket, Tromello cresce ma la vittoria contro Opera sfugge ancora per un solo punto
PALLACANESTRO TROMELLO - OPERA BASKET CLUB 75-76 (22-23; 19-19; 17-20; 17-14) TROMELLO: Bettanti 23, Manuelli 10, Nazha 12, Di Giulio, Zonca, Casadei 14, Timelli 8, Villa 6, Diop, Viotto, Zucca 2. All.: Garavaglia; vice: Nicola/Carandini. OPERA: Panaccione 15, Anelli 24, Cardani 9, De Castro 5, Pezzola 6, Cazzaniga, Licari 14, Nobile, Norcino 3, Rao. N.e.: Pastori. All.: Loiacono; vice: Martino.
GARLASCO - Tromello cresce, di partita in partita si dimostra sempre più solida e inquadrata, ma anche questa volta la vittoria sfuma d’un soffio, e gli infortuni, i signori col fischietto, gli episodi la consegnano nelle mani di Opera. Gli ospiti devono fare a meno di Pastori, infortunatosi la settimana precedente con la Now, ma i padroni di casa perdono troppo presto (nel terzo quarto) una pedina fondamentale come Daniele Manuelli, che fino a quel punto aveva elargito la consueta dose di fosforo e disciplina (si scontra fortuitamente, ma violentemente, di testa con un avversario e crolla esanime, più tardi lamenta nausea e vertigini e non è in grado di riprendere il gioco) e un Jacopo Villa fino a quel momento molto utile alla causa, che, sempre alla fine del terzo periodo, subisce una botta alla mano, che si gonfia e lo relega in panchina. Anche la coppia arbitrale ci mette del suo, con alcune decisioni difficili da comprendere e per essersi fatti un po’ troppo spesso ingabolare dalle indiscusse doti istrioniche del pur bravissimo Orso (Orso d’oro verrebbe da dire, per rimanere in tema, come quello che premia il miglior film al festival di Berlino) Panaccione. Nel finale, con l’ultima rimessa a sei secondi dal fischio finale e, nelle mani, la possibilità di coronare una gran bella partita con il successo, Tromello pasticcia e il risultato premia Opera. Perché, è sacrosanto ripeterlo, si è trattato di un match appassionante e avvincente, giocato per 40’ in un perfetto, ma snervante, equilibrio (i parziali, già di per sé, lo raccontano), tosto, ma corretto. Inoltre, la partita si prospettava interessante anche solo per verificare l’impatto dell’ultimo tassello, arrivato in settimana a completare il roster dei lomellini. Matteo Bettanti (nella foto), classe 2004, giovanili di scuola Now, con cui aveva disputato campionati di serie C e D, un anno negli States, in Florida, alla Montverde Academy, in doppio utilizzo dalla Nuova Pallacanestro Vigevano con cui disputa la A2, si è inserito con incredibile nonchalance nel contesto, diventando subito padrone della situazione, come se avesse giocato lì dal primo raduno estivo, ha dato corsa, rimbalzi, palle recuperate, 23 punti (che lo laureano miglior realizzatore e senz’altro mvp della serata) e tata, tantissima grinta, che è il suo precipuo marchio di fabbrica, quello che lo rende speciale al di là del ruolo (è un due, un tre, all’occorrenza, se serve anche un quattro e può agevolmente portare palla, se il playmaker non è in campo). “Effettivamente con Bettanti abbiamo un po’ esagerato – commenta Simone Garavaglia – per lui avevo ipotizzato il classico impatto “soft”, centellinandone un po’ di più l’utilizzo, soprattutto alla prima apparizione con la nostra maglia, invece ha finito per stare in campo per 34’, frutto delle circostanze e degli infortuni. Ma l’esordio è stato eccellente, come del resto mi aspettavo. Però – conclude con la solita battutaccia – non dite ancora una volta che dovrei essere ampiamente soddisfatto per la prestazione dei miei. Sono super arrabbiato, ancora di più che dopo il match con Cerro, perché, stavolta, eravamo ancora più vicini alla meta”.
Nevina Andreta