CANDIA – Una targa “per il folletto”. Così Candia ricorderà Carlo Rampini, calciatore nato in paese e protagonista nella Pro Vercelli degli “undici leoni”, dove ha vinto cinque scudetti e segnato 106 reti in 99 presenze. La proposta arriva dalla maggioranza e sarà approvata in consiglio comunale questa sera. La targa verrà poi collocata presso il campo sportivo del paese.“Rampini – spiega Davide Brunelli – è stato un esempio di talento calcistico. La sua carriera è terminata a causa di un gesto di bene verso un suo compagno e amico: non solo i valori sportivi ma anche i valori dell’amicizia”. Rampini, candiese classe 1891, interno sinistro, era noto per la statura ridotta e i tratti somatici vagamente orientali. Aveva quattro fratelli: il quinto, Pietro, morì in tenerissima età. “C’era un accordo, una sorta di patto goliardico tra Rampini e il presidente della Pro Vercelli Luigi Bozino – continua Brunelli – per il quale, ogni gol che Carlo segnava, il presidente gli regalava una pregiatissima scatola di sigari. Carlo le rivendeva tutte, per poi dare il ricavato al compagno di squadra Luigi Corna per poter pagare le medicine del fratello Carlin: quella famiglia non poteva permettersele”. Nel 1914 lasciò il calcio per andare in Brasile a fare l’agricoltore. Una carriera lunga solo sette anni, ma di pura magia. Tornò a casa nel 1920 per fare l’agricoltore fino alla morte, nel 1968. La tomba di famiglia dove è sepolto è a Caresana, anche se una leggenda dura a morire lo vuole riposare a Vercelli insieme a Luigi Corna, l’amico di una vita, e a quel Carlin che tentarono inutilmente di salvare.“Si vuole esprimere – conclude l’assessore – il riconoscimento alla professionalità di un calciatore candiese, affinché la sua vita sia esempio per i giovani di oggi. Sembra facile pensare che i primissimi calci a un pallone di Rampini fossero in paese, siccome l’ex campo sportivo si trovava dove ora sorge il parco comunale. Proporremo una giornata per commemorarlo, intorno al prossimo 28 marzo quando ricorreranno i 55 anni dalla sua scomparsa”.Davide Maniac