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GRAVELLONA - Chiasso notturno ed un cartello staccato. ll Comune decide di non punire i giovani, per il sindaco “non è vandalismo, solo una bravata”. Alcuni cittadini dissentono ampliando il discorso: si va nel penale, altrimenti lo capiranno a proprie spese, o quando qualcuno si farà “giustizia da solo”. Eppure si tratta di un caso isolato. E’ successo nella sera della scorsa domenica 4 settembre. Erano le dieci e mezza circa. All’entrata della frazione Barbavara si udiva il vociare di ragazzini, ed il frastuono del metallo che viene colpito. La mattina arriva la risposta alle domande: un grande cartello di ferro, di quelli usati per i manifesti delle elezioni, era stato staccato dalle proprie guide. Si trovava allora fuori posto, stortato. “Lo abbiamo sistemato immediatamente - ribadisce tuttavia il sindaco Luciano Garza -. Io parlerei piuttosto di una monellata. Non sono stati fatti danneggiamenti permanenti. Il cartello in parte è caduto, ed è pur vero che la maggior parte degli eventi simili accade per via di agenti atmosferici. Il cartello, oltretutto, era vuoto, nessuno ci ha rimesso. Ed il suo stato poteva persino far presumere condizioni di abbandono, che si sa, incentivano i ‘comportamenti devianti’. Si capisce che questo non è il caso - continua -, ma allo stesso tempo possiamo ammettere che l’intento non è quello di provocar danni”. I residenti si sono lamentati. Invocano l’intervento di misure che dissuadano i giovani dai comportamenti fastidiosi, col rischio che peggiorino. “E’ un caso singolo - conferma il primo cittadino Garza -, non avviene di frequente, anzi. Non ci sono indagini in corso. Né sentiamo il bisogno di reprimere o infierire nella questione. Vogliamo piuttosto fare una raccomandazione a moderare i toni, perché siamo ancora in estate e le finestre rimangono spesso aperte”. La sentenza è dunque semplice: no al bastone, all’ubbidienza che arriva dalla punizione. Sì, invece, all’educazione e al dialogo. Le lamentele non sono una novità. Ma Luciano Garza, così come gli agenti delle forze dell’ordine, hanno vissuto il paese abbastanza a lungo da poter assicurare una situazione tollerabile. “Abbiamo mantenuto dei presidi in zone sensibili con i carabinieri - ha sottolineato Garza -, senza però che ciò abbia mai richiesto un loro intervento”. Il sindaco preferisce piuttosto analizzare la situazione e comprendere i motivi dei ragazzi con lucidità. “Nei paesi come il nostro i bar chiudono già verso le dieci di sera, ed il traffico si azzera. Si sentono di più anche i rumori minori, quindi. Ho passato diverse sere in comune, la cui facciata dà giusto sulla piazza. Si radunano in sette o otto, parlano, ascoltano la musica, ma il baccano non supera mai quello dei clienti ai bar sottostanti. O quelli dei limiti tollerabili. Consideriamo - conclude il sindaco - che la scuola non era ancora ricominciata, e che in paese, oltre ad una certa ora, non c’è molto da fare”.Gabriele Tocchi