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MEDE – Un incontro per fare il punto sul futuro prossimo dell’ospedale San Martino. Sarà oggi, mercoledì, alle 15 presso il teatro Besostri di Mede. A fare gli onori di casa a Marco Paternoster (nella foto), direttore generale di Asst Pavia atteso in città ci sarà il sindaco medese Giorgio Guardamagna. Non sarà solo: tutti gli amministratori comunali della Bassa, che fanno riferimento a un San Martino da anni povero di servizi, presenzieranno alla riunione. Per il nosocomio medese nei piani regionali c’è la casa della comunità, aperta sette giorni su sette e con ambulatori specialistici dotati di infermieri e medici di base, oltre all’ospedale di comunità: un polo periferico in grado di decongestionare gli ospedali principali. Una riqualificazione, dunque, in qualche modo, anche se l’ordine del giorno per riaprire il pronto soccorso almeno di giorno (serrato da quando è arrivato il Covid) è stato recentemente bocciato al Pirellone.Che l’ospedale San Martino balbetti, e sia sempre meno (ogni anno che passa) un punto di riferimento per il territorio, è un concetto ormai assodato. Sono ben lontani i tempi in cui era la più grande azienda di Mede, dal punto di vista dei posti di lavoro. Ormai non ha nemmeno più il pronto soccorso diurno, nonostante vane promesse di Asst. La minoranza incalza: la civica di centro-sinistra “In Comune x cambiare Mede” guidata da Antonella Bertarello propone un vero e proprio elenco di richieste ad Ats, Asst e Regione Lombardia per rilanciare l’ospedale, sottoforma di volantino che precede l’incontro. Chissà se verranno mai considerate: la polemica sottile riguarda anche l’orario pomeridiano, non comodo per tutti. “Chiediamo – così si legge – servizi sanitari più vicini ai cittadini con l’attivazione di tutti gli ambulatori previsti da Asst ma, ad oggi, solo promessi. Poi personale infermieristico e medico adeguato al numero della popolazione, servizi infermieristici domiciliari, potenziamento della prevenzione e della vicinanza epidemiologica, collaborazione col terzo settore per stare vicino ai più deboli e soprattutto l’apertura del punto di auto-presentazione, com’era il vecchio pronto soccorso”. L’ospedale di Mede, secondo la minoranza, non è valorizzato e mancano alcuni servizi sanitari scritti solo sulla carta. “A Mede – incalza Antonella Bertarello – dovrebbero essere previsti sia la casa di comunità sia l’ospedale di comunità: non siano solo promesse o scatole vuote. Serve che ci sia il personale oltre alle costruzioni dietro il San Martino. I soldi ci sono, usiamoli bene”.Davide Maniac