SANT'ANGELO - Se gli italiani possono esprimersi su questa “impattante” riforma costituzionale lo devono alla Fondazione Einaudi. E’ stata infatti la prestigiosa associazione a farsi promotrice della raccolta firme dei parlamentari necessaria per far scattare la consultazione referendaria. E da Matteo Grossi (nella foto), sindaco di Sant’Angelo e membro del Comitato scientifico della Fondazione, arriva un categorico “No” alla riforma targata M5s (e votata in Parlamento anche dalla Lega). “Una misura meramente demagogica che serve ad alimentare le bandiere populiste nelle piazze. - attacca Grossi - I risparmi, studiati dalla nostra Fondazione, saranno di 57 milioni all’anno, una cifra significativamente più bassa di quella enfatizzata dai sostenitori del Sì che annunciavano ben 500 milioni a legislatura. E’ falso! Ricordiamoci che a volere il taglio dei parlamentari sono quelli che governano oggi, che in Parlamento ci sono arrivati grazie ai voti di protesta. A furia di votare per protesta i 5Stelle li abbiamo portati in Parlamento, e se passerà il Sì non li toglieremo più. Anzi, daremo a loro ancora più potere”. Secondo il Grossi-pensiero ridurre i parlamentari significa ingrandire i collegi e quindi indebolire il rapporto tra eletti ed elettori. “Il Parlamento può funzionare tranquillamente anche con meno parlamentari, però occorre che chi si siede ai banchi sia stato eletto dai cittadini e non messo lì dalle segreterie dei partiti e occorre che il sistema elettorale sia coerente col sistema istituzionale. Puntiamo su questo. - prosegue il sindaco - Votando No si romperà la continuità di una legislatura iniziata male e che continua perché non trova neanche una buona ragione per finire. Noi ne abbiamo molte, si guardi come governano”. Il primo cittadino è un fiume in piena e “bastona” il Governo senza pietà. “Siamo costretti a questo Referendum dagli stessi che non hanno saputo normare la distribuzione dei soldi per il Covid, e sono gli stessi che li hanno presi dando la colpa ai loro commercialisti. Sono quelli che hanno preso i voti promettendo un solo mandato per poi inserire il mandato zero. Loro sostengono la tesi che si taglieranno i loro parlamentari. No, loro stanno tagliando i nostri rappresentanti facendo finta che sia un taglio della casta. Per noi sindaci, non avere rappresentanti territoriali, sarà come non amministrare e a parte la laicità dello Stato e quindi dei Municipi, quando avremo qualche problema da risolvere, non ci resterà che chiedere udienza al Papa. E’ un referendum per allocchi”. Da Matteo Grossi, poi, un attacco nemmeno troppo velato alla Lega rea, a suo dire, di essere saltata sul carro del No soltanto adesso. “Chi ha ragionato con la propria testa non ha esitato a bocciare il Referendum dalla prima ora, - conclude - peccato arrivino solo ora gli inviti a votare No dagli esponenti politici locali e non, tra questi pure un ex ministro pavese. Chi ha aspettato l’ordine del proprio leader ha mostrato tutto il vuoto che ha in testa”