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MEDE – Sugli ospedali si investe… ma di certo non a Mede. La minoranza protesta ancora per un nosocomio abbandonato, senza pronto soccorso neanche di giorno e senza un futuro chiaro. Al San Martino, un tempo prima industria del paese, il centro di primo soccorso diurno era stato “temporaneamente dismesso” durante le fasi acute del Covid. L’epidemia è a scendere, le promesse erano che tornasse presto ma nulla è cambiato. Arriva da queste premesse la protesta della minoranza. I toni sono chiari: basta prese in giro. “Si leggono notizie positive e di sviluppo circa l’ospedale di Stradella – è l’appunto di Antonella Bertarello (nella foto), capogruppo della lista “Per Mede… Insieme si può” – e dell’apertura di sportelli per scelta e revoca del medico a Sannazzaro. Molto bene, significa che Asst sta investendo sulla medicina territoriale. Tuttavia Mede resta lettera morta, nessun investimento serio che possa tranquillizzare gli animi sia degli abitanti che degli operatori sanitari. Le promesse dei vertici provinciali, fatte oramai più di un anno fa in municipio, sono cadute nel vuoto. Di recente, presso l’ospedale medese, è stato istituito un ambulatorio di medicina d’urgenza che non si sa a cosa serva, visto che un potenziale paziente con urgenza, prima di essere ricevuto deve sottoporsi a una trafila farraginosa”. Deve infatti recarsi dal proprio medico per avere l’impegnativa con segnalazione d’urgenza. Poi recarsi in ospedale nel suddetto ambulatorio. Infine, se davvero sussistono i presupposti per un ricovero (nel frattempo è già trascorso un tempo considerevole), il paziente viene spedito ad un pronto soccorso provinciale come Voghera o Vigevano, dove non è chiaro se avrà una corsia preferenziale per un eventuale ricovero. “Una vera presa in giro – conclude Bertarello – per non investire in un punto di primo soccorso. Ma quale colpa hanno i lomellini per essere trattati in questo modo?”. La palla, come specificato dalla capogruppo, passa al sindaco Giorgio Guardamagna: alzi sonoramente la voce e faccia sentire le ragioni di un territorio depredato dei servizi essenziali di cui l’ospedale è quello più importante.Davide Maniac