SAN GIORGIO – La storia non è solo fatta di guerre, grandi personaggi o formidabili invenzioni. La storia è fatta prima di tutto di persone, di vita quotidiana e degli oggetti più comuni. E tra i più comuni, volenti o nolenti, anche il water si prende la sua gran bella rivincita. Già conosciuto all’epoca degli antichi romani in versione “comunitaria”, caduto in disuso nei secoli del Medioevo e riscoperto in epoca moderna, il water così come lo conosciamo oggi è solo l’ultima di una lunga serie di tappe evolutive. Tra i campi di San Giorgio, sulla stradicciola che conduce a Cergnago, si trova proprio un antenato dell’odierno water. La vecchia casa del Travacchino, edificata sopra le acque dell’Arbogna e da lungo tempo disabitata, è proprio il luogo che lo ospita. Per poter vedere questo curioso manufatto non occorre neanche entrarci, dal momento che si trova all’esterno. Una volta infatti, in genere, il “bagno” non trovava posto nei locali interni delle abitazioni data l’assenza di acqua corrente. Quale alternativa migliore, allora, che scaricare i propri bisogni direttamente in un torrente? E così, evidentemente, pensarono al Travacchino: costituito da una base quadrata in mattoni leggermente infossata alla sommità, questo storico water era al suo tempo estremamente funzionale e semplice: una lamiera ricurva e inclinata permetteva infatti di far defluire con un po’ d’acqua gli escreti delle funzioni fisiologiche umane nella sottostante cascatella dell’Arbogna. Certo il suo utilizzo in inverno o tra le nuvole di zanzare delle estati lomelline non doveva essere del tutto agevole, ma questo stesso disagio in fondo apparteneva a molti. E così questo water storico, dopo tanto tempo, è ancora lì al suo posto. La sua posizione in bella vista e quasi “impudente” ha fatto venire in mente a qualche osservatore la famosa, ironica e sottile battuta di Pierino: “saran potenti i principi, saran potenti i re, ma quando qui si siedono… son tutti come me!”.Nicholas Scott