A Parona c’è un mare di soldi da spendere
PARONA – Maggiori entrate per 1.141.129 euro, con particolare riferimento alla somma di 1.120.837 euro come contributo straordinario ricevuto da A2A ai sensi della convenzione del 2019 per l’avvio della terza caldaia. Parona, comune benestante, sa già come spendere il tesoretto. Un programma dettagliato che è stato annunciato nel consiglio comunale di mercoledì sera. Per la progettazione del nuovo ascensore-monta carichi presso la scuola primaria al fine di eliminare le barriere architettoniche si parla di 125 mila euro. Poi 40mila per nuovi murales sulle pareti esterne di edifici pubblici, che seguono quello inaugurato da poco disegnato dall’artista vigevanese Ale Puro sul magazzino della Pro loco. Sono 200mila gli euro destinati alle asfaltature e 55mila quelli per la manutenzione straordinaria del verde pubblico. Infine le manutenzioni straordinarie (5mila al cimitero, 15mila all’impianto di videosorveglianza). L’incarico per lanciare uno studio ambientale finalizzato alla bonifica di una discarica nel territorio comunale si spendono 43mila euro. Il sindaco Marco Lorena ha dichiarato che durante il periodo Covid la casa di riposo ha subito un danno erariale come minori entrate, e con un presente provvedimento si intende prevedere una maggiore entrata, come applicazione della quota di €53.363,89 euro di avanzo di amministrazione: una cifra accantonata, da utilizzare a favore dell’Azienda Speciale Parona che gestisce la Casa per l’anziano. “Mi sono astenuto nella votazione – è il commento di Renato Soffritti (nella foto), consigliere comunale di opposizione per la civica Insieme per Parona – e ho ottenuto chiarimenti sulle opere che per ora sono accantonate in attesa di decisione della Regione, riguardanti il miglioramento dell’ingresso al paese lato cimitero. Mi hanno informato che non abbiamo ricevuto indicazioni dalla Regione né per i danni ambientali causati dal ciclone di agosto, né per quelli privati. Speriamo che i murales durino perché il paese è soggetto a incrostazioni delle pareti. Prima di fare ingenti investimenti ho suggerito che è meglio valutare lo stato dell’arte nel tempo e, se necessario, considerare miglioramenti simili a quelli realizzati a Gravellona fatti con i poster che sono lì da anni”. “Ho ritenuto – prosegue Soffritti – bassa la quota da destinare al verde, specialmente dopo quello che abbiamo subito. Noi, più di altri paesi, abbiamo bisogno di verde. Sarebbe sensato chiedere un contributo anche alle aziende per poter piantare altri alberi, anche perché quelli caduti durante il ciclone, specie al bosco Acqualunga, potrebbero essere stati più deboli a causa dell’assorbimento eccessivo di inquinamento, forse presentando meno resistenza alla furia del vento. Basta osservarlo, non abbiamo più un bosco; speriamo che ritorni al più presto a svolgere il suo dovere e a mostrare la sua bellezza naturalistica”.
Davide Maniaci