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SAN GIORGIO – La pietra d’inciampo in memoria di Giovanni Minchiotti avrebbe dovuto essere posizionata in piazza Corti, di fronte al municipio. 
La figlia del deportato a Dachau, nato a San Giorgio, nel 1917, sopravvissuto e morto a Savona nel 1990, però la pensa diversamente e così il Comune di San Giorgio ha dovuto incaricare l’avvocato pavese Francesco Adavastro per cercare di riportare la targa d’ottone commemorativa in Lomellina. Il braccio di ferro fra il Comune e gli eredi del militare lomellino-ligure è riassunto dal sindaco Giovanni Bellomo. 
“Il Comune e la biblioteca – spiega – avevano avuto l’idea di far realizzare la pietra d’inciampo in memoria di Minchiotti dalla sezione Aned di Vigevano e Lomellina, rappresentata da Marco Savini. La pietra ci è stata consegnata in municipio e così abbiamo invitato gli eredi di Minchiotti per un incontro operativo allo scopo di organizzare la cerimonia della posa di fronte al municipio”. 
Durante l’incontro con gli amministratori comunali e i rappresentanti della biblioteca, la figlia del finanziere ha chiesto di portare la pietra in Liguria. 
“Si è commossa fino alle lacrime – prosegue il sindaco – e noi abbiamo acconsentito in tutta buona fede, convinti del fatto che la cerimonia si sarebbe comunque tenuta nel nostro paese, di cui suo padre era originario. Pietra, fra l’altro, concessa dall’Aned in via del tutto eccezionale perché Minchiotti non era morto in prigionia, ma era sopravvissuto ed era tornato dalla famiglia”. 
In seguito, lo stesso Savini aveva scritto alla figlia di Minchiotti chiedendo che la pietra fosse restituita ricevendo però un netto rifiuto. 
Dal canto loro, il Comune e la biblioteca di San Giorgio avevano programmato una cerimonia rievocativa coinvolgendo la popolazione e gli alunni della scuola elementare, ma dalla Riviera di Ponente la famiglia Minchiotti sembra irremovibile. Il 2 giugno 2023 a Savona, durante la celebrazione della Festa della Repubblica, le autorità locali hanno consegnato la medaglia d’onore, concessa dal Capo dello Stato, alla memoria di cinque cittadini deportati e internati nei campi di concentramento, fra cui lo stesso Giovanni Minchiotti. 
“Possiamo capire che le radici della sua famiglia siano ormai da tempo in Liguria – conclude Giovanni Bellomo – ma la signora deve capire che la pietra d’inciampo appartiene a San Giorgio, visto che è stata ideata dal Comune e dalla biblioteca, e poi realizzata in stretta collaborazione con l’associazione dei deportati della provincia di Pavia”.

Umberto De Agostino