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ROBBIO - “Un pappagallo è per tutta la vita. Quando ne hai uno, non puoi certo abbandonarlo a se stesso. Ha infatti bisogno di tutte le cure e attenzioni possibili”. 
Non è così scontata questa frase in un’epoca in cui tanti padroni abbandonano i propri animali domestici. 
Lo ha ben ribadito Davide Re, 64 anni, residente a Robbio, ex imprenditore che, da quando è diventato pensionato, dedica tutto se stesso alla cura delle decine di variopinti pennuti che possiede. 
Una passione che nasce in realtà molto prima, quando da bambino, con la vendita delle rane che trovava vicino alla cascina di famiglia, comprò i primi volatili durante la festa del paese. Adesso l’unica cosa mutata è l’esperienza. 
“Ho incominciato, crescendo - spiega il robbiese - a comprarli nei negozi qui vicino. Quelli che ho sono tutti pappagalli nati in cattività in Italia, ma che hanno origini diverse, principalmente australiane ed africane, tutti comunque muniti di certificato «Cites» (Convention on International Trade of Endangered Species, ndr)  e di anello inamovibile come prescritto dalla legge. Poi sono anche diventato membro della Federazione ornicoltori italiani negli anni Novanta”.
Conosce tutte le più minuziose caratteristiche dei pappagalli che possiede nonostante le numerose specie (tra cui ara, amazzone, caicco e molti altri). 
Tutti questi anni lo hanno inoltre portato a capire perfettamente i loro problemi e le loro esigenze. 
Si tenga per esempio conto del fatto che, se trascurati o maltrattati, possano soffrire tanto da addirittura farsi del male da soli. 
“Bisogna quindi stare attenti alla quantità di cibo che gli si dà, perché se ne sono tanto ghiotti, mangiano fino a star male”. 
Proprio in base a queste conoscenze, Re predispone loro l’ambiente migliore, senza fargli mancare mai nulla, né dargliene in eccesso. 
Infatti non si limita a tenerli in una gabbia ed a nutrirli con semplici scarti, ma le voliere che compra vengono spesso da lui modificate per adattarle a loro. Compra frutta e verdura di qualità come si comprano ai propri figli perché, dopotutto, per lui sono veramente tali. 
È solito infatti cambiargli l’acqua da bere più volte al giorno, lavarli spesso e anche in maniera diversa in base ai loro gusti. 
“Gli creo appositamente io - aggiunge - il «grit», con cui affinano il becco, da materiali a cui sono più affini, come conchiglie, sali minerali, carbone vegetale ed ossi di seppia”. 
E poi ancora taglia e leviga rami di alberi per dar loro un supporto più naturale, gli fa ascoltare musica per intrattenerli, li porta a spasso tramite una pettorina apposita, li cura nella sua camera calda per pappagalli. 
“Anche perché - ammette un po’ sconsolato - il veterinario aviario più vicino si trova a Pavia, e se non si coglie subito che hanno un problema, non resistono neanche al viaggio”. 
Tutto queste attività le compie spendendo comunque una cifra piuttosto contenuta.
È un amore così genuino, quello di Davide Re per i propri pappagalli, al punto da non separarsi mai da loro neanche per andare in vacanza. 
Un amore condiviso poi da tutta la famiglia. Forse ciò può anche essere dovuto al fatto che alcuni dei pappagalli riescono a parlare, come l’amazzone Grisù che ha imparato e ripete «Rita», il nome della moglie dell’appassionato. Se non è questa una dimostrazione d’amore, cosa potrebbe esserlo?

Matteo Crippa