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MEDE – Perché qualcuno dovrebbe «adottare un’opera» di Regina Cassolo, se tanto saranno esposte a Vigevano?  Antonella Bertarello, capogruppo di opposizione a Mede per la civica di centro-sinistra «In Comune x cambiare Mede» è critica sull’iniziativa rilanciata dal Comune, che chiede agli appassionati d’arte di contribuire finanziando il restauro di una delle testimonianze artistiche della grande medese.  Nel Museo archeologico di Vigevano, dove troveranno sede stabile le opere, ci sarà un pannello che gratificherà i benefattori. “La giunta – attacca Antonella Bertarello – vuole forse lavarsi la coscienza attraverso una raccolta fondi per restaurare opere di Regina che sono state svendute a Vigevano? Ci chiediamo come si possa avere un tale coraggio. L’iniziativa sarebbe di per sé lodevole, se le opere fossero nella loro originaria ubicazione cioè a Mede, nei locali della biblioteca comunale, ma così non è. La motivazione che la cultura si deve veicolare in diversi luoghi, che molti musei ci chiedono le opere e che la cultura appartiene alla collettività, è una scusa a cui non crediamo. Si dica piuttosto che le opere di Regina non possono essere ospitate nel luogo d’origine perché i locali non sono a norma e che la maggioranza non è in grado di prendersi cura delle opere. Questa è la reale motivazione”.  Durante una delle iniziative realizzate in nome dell’artista medese tenutasi di recente in memoria dei cinquant’anni dalla sua scomparsa era volte chiesto che le opere vengano riportate a Mede.  “Guarda caso – procede Antonella Bertarello, consigliere comunale di minoranza – adducendo le stesse motivazioni che ripetiamo da tempo e che più volte abbiamo ribadito più volte in consiglio comunale: le opere sono state donate al Comune di Mede, non è corretto che i medesi debbano peregrinare per vari luoghi per ammirarne le opere, a presenza delle opere a Mede costituirebbe un indotto per un turismo volto ad integrare l’offerta proposta dall’Ecomuseo «Lomellina piccola Loira» di cui Mede fa parte. Tanto ci sarebbe da obiettare rispetto a queste decisioni a senso unico, ma tant’è. Si tratta dell’ennesima svendita di parti significative di Mede operata dalla giunta Guardamagna nell’arco di oltre vent’anni di regno”.

Davide Maniaci